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Solidarietà e antirazzismo nel Primo Maggio napoletano: quando “lavoro” vuol dire “umanitarismo”

di Rosalba Ferrante

Una domenica come tante ed un po’ nuvolosa quella del 1 Maggio, che, quest’anno, pareva proprio volesse quasi deridere i suoi lavoratori. Eppure, nonostante il malaugurato giorno ed il tempo poco promettente, tutti coloro che hanno sempre sentito e che continuano a sentire ancora oggi questa giornata come una festa essenziale e dovuta, hanno scelto di far sì che essa non passasse all’oscuro, organizzando, di risposta allo scetticismo generale, iniziative, assemblee ed eventi. Prima fra tutte quella promossa dai CSA (Comitati Solidali e Antirazzisti), che, proprio ieri, hanno voluto celebrare la “giornata della solidarietà come impegno alternativo”, evento svoltosi, oltre che a Napoli, a Piazza del Gesù, anche a Milano, a Piazza Leonardo da Vinci ed a Palermo, a Piazza Verdi. L’iniziativa, tutta improntata sulla solidarietà e sull’impegno contro il razzismo e qualsiasi forma di discriminazione, ha visto le adesioni di diverse associazioni, quali l’Associazione 3 Febbraio, l’Associazione La Comune, Mani Tese Napoli, Libera contro le mafie, Socialismo rivoluzionario, Partito umanista, l’Associazione Prometeo contro ogni forma di tortura, Comunità poveri di strada, Don Tonino Palmese, padre Carlo D’Antoni ed altre ancora. A Napoli, il palco montato nella suggestiva piazza del Centro Storico è colorato da striscioni, volantini e foto e contornato da banchetti pieni di libri e magliette riportanti il motto dell’iniziativa, “La Terra è di tutti e nessuno è straniero”, e il giornale socialista “La Comune”, come sopra riportato, tra i principali promotori della manifestazione. La giornata si apre alle 11, con un’assemblea pubblica che va avanti fino alle 14: a parlare sono i ragazzi della CSA e chiunque altro voglia esprimere, al microfono libero, una propria opinione, riflessione o pensiero riguardante la giornata, ciò che essa dovrebbe rappresentare e ciò che, invece, oggi è diventata. L’argomento centrale è la lotta al razzismo, alla discriminazione, il disdegno e la vergogna davanti ad un governo che promuove, una missione definita “umanitaria”, mentre, contemporaneamente, rifiuta di accogliere tutte quelle persone che, costrette a scappare dalla proprio Terra per aver difeso la propria libertà, si rifugiano qui. A Parlare sono anche e soprattutto ex-abitanti dell’Egitto, dello Yemen, della Tunisia e di tutti quei Paesi ultimamente coinvolti dalla grande ondata rivoluzionaria. Tra le parole commosse aleggiano i ricordi: chi parla dell’arrivo in Italia e dell’accoglienza inaspettata ricevuta dalle associazioni umanitarie, chi, invece, più amaramente, ricorda di essere dovuto scappare dal proprio Paese pur di non finire a gettare bombe in Marocco, “e adesso quest’Italia che abbiamo scelto per salvarci, sta per fare la stessa cosa”, dicono molti. Tra le parole del pubblico, c’è, invece, chi ha voluto ricordare i momenti in cui questa solidarietà è morta, riportando, come esempio, l’assassinio di Vittorio Arrigoni, un attivista italiano morto a Gaza il 15 Aprili 2011, o la morte di Petru, il suonatore che, colpito da una pallottola vagante durante un agguato della camorre di fronte alla cumana di Montesanto, morì, nell’indifferenza generale: “tutti gli stavano intorno, ma nessuno gli stava accanto”, come ricorda un giovane cantautore napoletano intervenuto in proposito. A chiusura dell’assemblea, si apre invece il pranzo solidale e comunitario, pochi spicci per un pasto in compagnia, tra piatti italiani e non. Si riprende dalle 15,30 alle 20, con un susseguirsi di musica, teatro e spettacoli di strada, che vedono la partecipazione del Collettivo teatrale, il gruppo musicale Malaika, il gruppo musicale Rom e gli Artisti di strada. Ancora, alle letture teatrali a cura di “Prospettiva Edizioni”, precedono la successiva visita alla Chiesa del Gesù Nuovo, imponente monumento architettonico della piazza. L’incontro con l’Associazione antirazzista e interetnica “3 febbraio”, previsto dalle 16,30 alle 18,30, promuove l’inizio dell’accoglienza tra tutti coloro che vogliono far sì che essa sia attiva e concreta. La chiusura della giornata e i ringraziamenti previsti per le 20 non interrompono lo spazio per i bambini, con giochi, musica e tanti palloncini. La giornata si conclude nell’allegria e i volti sorridenti rivolti al cielo vanno a ringraziare quel sole che, spuntando, ha illuminato tutti coloro per i quali, questo 1 Maggio, non è stato affatto un giorno come tanti.