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Habemus Papam: un Moretti sincero e divertito che racconta l’uomo di oggi

di Marco Chiappetta

TRAMA: Dopo il conclave, il timido cardinale francese Melville (Michel Piccoli), appena eletto papa, si sente inadeguato per questo compito e va in crisi. Mentre tutto il mondo attende di vederlo, il portavoce del Vaticano (Jerzy Stuhr) contatta il miglior psicanalista di Roma (Nanni Moretti) per curare le nevrosi del pontefice: ma a poco serve, perché questi fugge da San Pietro e si sperde, invisibile e ignoto, nella città, approfondendo la sua solitudine e la sua insoddisfazione.
GIUDIZIO: Leggera, briosa, intelligentissima commedia, sottilmente anarchica, divertente e divertita, surreale e anche malinconica: insomma un Nanni Moretti rilassato, sotto le righe (anche come attore: non strafa mai), sorridente e giocoso, ma anche sensibile nel mostrare, al di là della trama insolita, le paure, le incertezze e le crisi dell’uomo moderno sotto la metafora del papa, di un uomo cioè che la società – e la religione – hanno posto sopra gli altri, dandogli poteri e responsabilità pesanti come macigni. Così il papa (un grande Michel Piccoli, che regge il film sul suo sguardo) diventa ribelle, rifiutandosi a sé e agli altri, scoprendo che né per sé né per gli altri può fare qualcosa: proprio come il prete Nanni Moretti in “La messa è finita”. Il Moretti più sincero e geniale si riconosce nella meravigliosa sequenza del torneo di pallavolo tra le mura vaticane.
VOTO: 3,5/5