di Gianmarco Botti
Non un evento politico in senso stretto, nonostante l’imminenza delle elezioni amministrative e la presenza, in veste di moderatore, di Umberto De Gregorio, candidato capolista per il Partito Democratico al comune di Napoli. Ma se per “politica” si intende tutto ciò che gravita intorno alla vita della “polis”, quell’orizzonte ineludibile entro il quale si compie la vita del cittadino nella sua relazione con gli altri, allora l’incontro svoltosi ieri al Teatro Nuovo di via Montecalvario è stato decisamente “politico”. Non può non essere considerato tale il tema scelto per l’occasione, patrocinata dall’associazione Fuoricentroscampia: “Da Pollica a Scampia, quale legalità per lo sviluppo”. Attuale come pochi altri, quello di legalità e sviluppo è un binomio inscindibile. Due facce della stessa medaglia che invece il pensiero corrente, più o meno surrettiziamente, tende a considerare in opposizione fra loro. Sembra che la legalità, con quegli strumenti fondamentali del suo esercizio che sono le regole, rappresenti solo una costrizione, una limitazione di quella “libertà” che invece oggi va così di moda e a cui più di un partito politico fa posto nel proprio simbolo. Una legalità nemica dello sviluppo. Non la pensano così coloro che hanno preso la parola al Teatro Nuovo e i loro interventi hanno dimostrato come nel nome dell’evento fosse già contenuto un progetto: il rilancio del rispetto della legalità come garanzia di ogni sviluppo economico e sociale. “Da Pollica a Scampia”, per sottolineare quanto sia forte, da una parte all’altra di un territorio così colpito dalla piaga dell’illegalità come la regione Campania, l’esigenza di riscatto. Se ne è fatto portavoce Domenicantonio D’Alessandro, assessore del comune di Pollica, rappresentando con la sua presenza una comunità che otto mesi fa è stata funestata dal brutale assassinio della sua “guida spirituale”, quel sindaco Angelo Vassallo che non si era rassegnato a guardare impotente la lunga mano della malavita organizzata infiltrarsi nella sua bella terra cilentana; una comunità che ha reagito “sbigottita” al materializzarsi del male in quello che credeva essere un rifugio sicuro, tutto mare e turismo, ma che intende proseguire risolutamente sulla “strada tracciata nel segno della legalità” dal sindaco pescatore. Storia diversa per la città di Napoli, immersa da troppo tempo in un abisso di degrado che prende forma nelle tonnellate di immondizia che ne riempiono le strade e al quale rischia sempre più di assuefarsi; ma anche qui la volontà di reagire e invertire la rotta è forte e ha il volto del magistrato Raffaele Cantone, che molti volevano sindaco, ma che continua ogni giorno, attraverso il suo lavoro, a lottare perché a Napoli il rispetto della legalità venga posto a fondamento del vivere civile. Perché oggi rispettare le regole è davvero controcorrente e rompere la catena del “così fan tutti” è la vera rivoluzione, ha affermato Cantone. Una rivoluzione che si compie a partire dal buon esempio, categoria desueta nel panorama politico italiano del nostro tempo, ma, secondo l’economista Mariano D’Antonio, presupposto decisivo anche per uno sviluppo economico. È di questo che Napoli ha bisogno, non certo di continuare a piangersi addosso invocando continuamente “leggi speciali” e affidandosi alle promesse di miracolo da campagna elettorale. Ed ecco che la legalità si salda con lo sviluppo e questo rimanda ancora una volta alla politica come punto di partenza per ogni possibile rinnovamento. Il grido con cui l’attrice Rosaria De Cicco ha dato voce allo sdegno dei cittadini per l’indegnità morale e l’inconcludenza dell’attuale classe politica nazionale e cittadina suona come un appello a tutte le energie positive ancora presenti a Napoli come in tutto il Paese. È così che nasce la candidatura di un esponente della società civile come De Gregorio, commercialista, estraneo alle logiche di partito e ai giochi di potere partenopei, che in questi anni non ha mai rinunciato ad esercitare, dalle colonne di Repubblica, un giudizio critico nei confronti dello schieramento di centro-sinistra. La strada della legalità è impervia e tortuosa, ma passa anche attraverso una rappresentanza che sia capace e onesta. E così, forse, anche lo sviluppo non sarà più soltanto un miraggio.