di Enrico Massa
Era il 1980 ottanta quando ad Athens, in Georgia, quattro studenti universitari decidevano di dare vita ad un gruppo: e che gruppo. Stiamo parlando di Michael Stipe, Peter Buck, MIke Mills e Mill Berry, meglio noti nella scena musicale internazionale come R.E.M.. Ne hanno fatta di strada quei ragazzi se oggi, nel giorno in cui annunciano lo scioglimento del loro gruppo, possiamo dire che i R.E.M. sono stati davvero una pagina di fondamentale importanza per tutta la musica contemporanea e un po’ di amarezza colpisce chiunque abbia avuto la fortuna di ascoltare i loro brani.
Alla domanda di cosa siano stati i R.E.M. per la musica è difficile rispondere, essendo stata una band che, pur rimanendo sempre in penombra coerente alla sua natura indipendente, ha completamente cambiato gli schemi della musica dando inizio a quella che oggi viene chiamata corrente “indie”. Un’eredità immensa, quella dei R.E.M., se è vero che anche un anno fa la loro celeberrima “Everybody Hurts” venne usata da diversi artisti pop per un iniziativa in favore dei terremotati di Haiti.
“Un saggio una volta disse che la cosa più importante quando si va a una festa è sapere quando è il momento di andare via. Abbiamo costruito qualcosa di straordinario insieme. E ora è tempo di abbandonarla. Spero che i nostri fan capiscano che questa non è stata una decisione facile. Ma tutte le cose hanno una fine e noi abbiamo voluto finire bene, a modo nostro”. Queste le parole di Michael Stipe Cantante della band. Band che in trent’anni è rimasta sempre coerente a sè stessa, non ha mai cambiato un’elemento nonostante la fuoriuscita di Mill Berry nel 1997, e che, con questo gesto ha dimostrato ancora una volta la sua lontananza da quella logica di mercato che purtroppo oggi fa da padrona la scena musicale internazionale.
Con lo scioglimento dei R.E.M., iniziatori di quella corrente underground americana che ebbe inizio negli anni ’80 che si sarebbe poi evoluta nell’indie, si chiude anche un bel pezzo di storia della musica e il rammarico cresce quando ci si chiede se al giorno d’oggi ne nascono ancora di gruppi così.
Dopo lo scioglimento del gruppo, quel che ci rimane è ascoltare i loro brani migliori, capolavori come “Losing My religion”, “Man on the Moon”, “Everybody Hurts” o “It’s the end of the world as we know it”, e sognare ancora un po’. D’altronde, R.E.M. sta per Rapid Eye Movement: la fase del sonno in cui sogniamo.