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“Internazionale a Ferrara”: tra incontri e riflessioni, il giornalismo di tutto il mondo torna al Festival

di Rosalba Ferrante

FERRARA – Per il quinto anno consecutivo, Ferrara ed il suo verde incontrastato sono state affiancate e fulminate da quel giallo prestigioso ed inconfondibile di Internazionale, la rivista italiana che ogni settimana raccoglie le migliori firme del giornalismo mondiale.
Anche quest’anno, infatti, il Festival ha celebrato un week-end ricco di incontri, dibattiti e scambi di opinioni, accompagnati dai migliori giornalisti, scrittori, filosofi, fotografi e fumettisti di tutto il mondo. Dal 30 Settembre fino al 2 Ottobre, la “città delle biciclette” è stata improvvisamente colorata dalla presenza di 169 ospiti, 40 testate giornalistiche, 74 incontri, 183 ore di programmazione, 7 workshop, 3 laboratori per bambini e 37 eventi collaterali.
L’inaugurazione e la presentazione del Festival, alle 10,30 del Venerdì 30 al Cinema Apollo, è stata seguita dalla consegna del premio giornalistico “Anna Politkovskaja” ad Hossam al Hamalawy, giornalista e blogger egiziano. La premiazione è stata svolta dal direttore di Internazionale Giovanni De Mauro e dal sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani.
Nei tre giorni successivi, il Festival si è svolto intorno a svariate tematiche, analizzate ed approfondite, da giornalisti e addetti ai lavori specializzati.
L’aria di rivoluzione che quest’anno è arrivata dal Sud del mondo ad ampie zaffate è stata, senza dubbio, un po’ la protagonista della festa: dall’incontro tenutosi la prima mattinata sul decennale del G8 di Genova (con Jeff Israely, giornalista statunitense, Eric Josef, corrispondente dall’Italia per il quotidiano francese “Libération” e Serge Enderlin, giornalista di “Le Temps”), alle rivoluzioni che quest’anno hanno infiammato il Medioriente e le conseguenze che esse hanno comportato (con Issandr el Amrani, giornalista egiziano, Hossam el Hamalawy, Ahmed Nagi, giornalista e scrittore egiziano, Sarah el Sirgany, blogger egiziana, Aboubakr jamai, giornalista marocchino, Ziad Majed, attivista politico libanese e Oliver Roy, politologo francese), fino al rinnovo della difesa dei diritti delle donne ed al ritorno dei movimenti femministi (con Michela Marzano, filosofa e ricercatrice italiana, Beatriz Preciado, filosofa spagnola e Natasha Walter, giornalista britannica).
Il Festival inoltre, quest’anno, in collaborazione con l’Università di Ferrara, ha promosso il progetto “Impianto zero”, con un programma che prevede la riduzione dei rifiuti, il risparmio energetico e la promozione della raccolta differenziata, nonché diversi incontri volti alla sensibilizzazione di questo tasto tanto dolente quanto d’obbligo. Tra gli incontri promossi, singolare e molto atteso quello con il sudafricano Kumi Naidoo, memore di una lunga esperienza di attivismo politico e lotta contro l’apartheid ed adesso direttore generale di Greenpeace International. Tra gli altri ospiti, Federica Manzoli, ricercatrice sociale, Francesca Contir, comunicatrice scientifica, Carlo Buontempo, meteorologo del Met Office di Londra e consulente dell’Ipcc delle Nazioni Unite sulla scienza partecipativa, Fread Pearce, giornalista scientifico e di Carlo Caccimani che, alla fine dell’incontro riguardante l’ormai catastrofico cambiamento climatico, hanno presentato un singolare esperimento scientifico con bolle di sapone e nastri colorati.
Anche quest’anno, dovuti e immancabili sono stati gli incontri intorno al tema del precariato, della disoccupazione giovanile, del sistema scolastico e di quello pensionistico: in un Paese dove i giovani continuano a lamentare l’assenza di prospettive per il futuro e l’inadeguatezza delle strutture scolastiche ed universitarie, è spontaneo chiedersi ormai cos’è che non va più nell’istituzione scolastica italiana e cosa la contraddistingue con il resto dell’ Europa. Allo stesso tempo le speranze per il futuro appaiono minate da un’assenza totale di opportunità e di sbocchi lavorativi e la crisi economica mondiale sta rendendo ancora più drammatica la situazione corrente. A parlare di questo ed ad aprire il dibattito con il pubblico sono stati gli incontri con Tullio De Mauro, linguista italiano, Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, Eric Jozsef, Michael Braun, corrispondente tedesco per il “Tageszeitung” ed Irene Hernandez Velasco, de “El Mundo”.
C’è poi la questione del web e di quanto esso, seppure generi un’opportunità di conoscenza, in realtà a volte possa dimostrarsi uno strumento di controllo delle informazioni. Per questo dibattito speciale la presenza di TED e del suo direttore europeo Bruno Giussani, di Evgeny Morozov, ricercatore di Stanford e noto blogger e Michael Anti, giornalista e blogger cinese. Sempre intorno a questo argomento, durante i tre giorni del Festival verranno proiettati tre filmati riguardanti le TED.
Ancora il Festival di Internazionale viene scandito dalle quattro “Storie di frontiera” riguardanti i cambiamenti in atto in Africa, in India ed in America Latina, tra racconti di guerre civili, racconti di fumetto, sviluppo dell’arte contemporanea, si stanziano gli interventi di Olujide Adebayo-Begun, scrittore nigeriano, Catherine Anyango, artista svedese-keniana, A.Igoni Barret, scrittore nigeriano, Billy Kahora, scrittore keniano, Paul Sinka, fotografo ivoriano, Iheoma Nwachukuwu, scrittore nigeriano, Yvonne A. Owuor, scrittrice keninana, Libardo Sarmiento Anzola, scrittore e giornalista colobiano, Hollam Morris, giornalista produttore televisivo colombiano, Leila Guerriro, giornalista argentina, Alma Guillermoprieto, giornalista escrittrice messicana, Sarnath Banerjee, disegnatore indiano ed Amruta Patil, prima graphic novelist indiana.
E tutto questo ancora non è niente: gli incontri proseguono fino al pomeriggio tardo, con nuovi spunti sul Pakistan e sulla ridefinizione dello scenario geopolitico internazionale, sulle elezioni politiche della Russia, incastrata tra Putin e gli oligarchi inamovibili, sul Giappone, Fukishima e ciò che avverrà. Ed ancora tra presentazioni di libri, visioni di filmati e rassegne di documentari. Il culmine viene raggiunto poi la sera, con i suoi tre spettacoli: “I Giorni di Genova”, “Welcome to Mali”, con una coppia di musicisti maliani ciecgi, Amadou e Mirism, ed infine “Jova-notte”, l’attesissimo concerto del cantante Jovanotti.
Partner del Festival ed immancabili sostenitori dell’evento, invece, sono Greenpeace, che quest’anno compie quarant’anni, Medici senza frontiere, la più grande organizzazione medico sanitaria indipendente al mondo, la Fondazione Unipolis con Libera, contro le mafie, il programma Alimentare Mondiale (Wfp), per l’assistenza alimentare, la Banca Etica e Radio3.
Anche quest’anno il Festival è giunto alla conclusione. E sentire a caldo le sensazioni degli intervenuti fa comprendere quanto sia importante l’evento per la crescita e l’arricchimento di ognuno.
I manifesti gialli vengono portati via ed i palchi smontati. Ma non c’è da provare tristezza. Già da ora, infatti, sembra sentire di qui a un anno, la voce del direttore De Mauro: “Benvenuti alla sesta edizione di Internazionale a Ferrara”.