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Un anno in Terza Pagina


Un anno fa nasceva Terza Pagina. Io, però, ho cominciato ad amare il progetto molto prima, quando non era che un’idea astratta che rincorrevamo solo con la mente.
Eppure non immaginavo quello che avrebbe rappresentato per me: Terza Pagina è il mezzo per poter esprimere la mia opinione, per far sì che quello che penso trascenda la sua dimensione individuale.
Terza Pagina mi ha permesso di rispondere a quella che, nell’ultimo anno, si è prepotentemente dimostrata un’esigenza per me: raccontare la realtà che mi circonda, avendo cura degli aspetti che tengo più a cuore.
Nel nostro Paese, oggi, ostinarsi ad analizzare quanto accade è particolarmente importante, perché significa opporsi al pensiero dominante che ci vuole indifferenti. Per questo motivo, sono convinta che fare informazione libera sia sinonimo di resistenza. Nel nostro piccolo, ci abbiamo provato e continueremo a provarci. D’altronde, se durante quest’anno dovessimo essere riusciti a portare alla vostra attenzione una sola notizia che credevate marginale, saremmo già riusciti nell’intento.
Buon primo anniversario, Terza Pagina.
Grazie al Direttore e a tutti i miei compagni di redazione e d’avventura. (Ilaria Giugni)
Terza Pagina, prima che una lezione di stampa, è una lezione di democrazia: è gratis leggerlo ed è gratis scriverci. Questo è quello che penso da un anno a questa parte: leggo e rileggo tante volte – proprio perché è gratuito – i miei articoli, quasi solo i miei articoli, per domandarmi se sia lecito questo sfruttamento dell’altrui intelletto: poi, benché siano recensioni cinematografiche ineccepibilmente ben scritte, mi do un pizzicotto di umiltà, e penso che sarebbe ancora peggio se dovessi pagare io per scrivere, e per fare pubblicità, più che ai film, al mio piccolo lavoro di giornalista. Allora scrivere è un piacere, e bisogna accontentarsi. Ciò incontra i favori dell’equipe: la lettura è comune, la scrittura è comune, lo sfruttamento è comune, in fin dei conti anche la gioia è comune. Cominciai con l’anteprima del film “Gorbaciof” di Stefano Incerti, con Toni Servillo. Ora, un anno dopo, un’altra anteprima, quella di “The Artist”. Non so dire tra un anno cosa accadrà. Spero solo di essere pagato, fosse anche solo il prezzo del biglietto. (Marco Chiappetta)
Oggi, Terza Pagina compie un anno, e i trentacinquemila visitatori sul sito e gli ottocento iscritti alla pagina su Facebook lo testimoniano. Fin dall’inizio hanno sostenuto questo progetto, dando ogni volta a noi ragazzi della redazione una motivazione in più per continuare e per crederci, fino a diventare, senza false modestie, una realtà importante per l’informazione fatta da giovani tra gli studenti di Napoli. Me lo ricordo come se fosse ieri. L’immagine che mi viene subito in mente non è delle più idilliache: uno scantinato umido e polveroso, con un tavolo e delle sedie a completare il quadro. Ma non ero solo, insieme a me c’erano altri ragazzi. Era la loro presenza che dava il valore al luogo e ne rendeva insignificante ogni considerazione estetica. Ragazzi attivi, con idee, con progetti e con tanta voglia di realizzarli. Io stesso mi sentivo investito da un vento di novità e di entusiasmo, che non lasciò dubbi a una mia partecipazione attiva a questo progetto. Credo e so che i miei compagni d’avventura abbiano sentito con me queste sensazioni. Insieme abbiamo tentato di fornire un’informazione che fosse la più vasta e ampia possibile, per i temi che ci sembravano i più scottanti e degni di riflessione. La protesta studentesca, le elezioni amministrative, i referendum abrogativi, riflessioni di carattere storico, politico e filosofico, satira per quanto possibile graffiante: una selezione molto approssimativa di quanto affrontato in questo anno. Il mio augurio è che questa lista si allarghi il più possibile, come diventi più numeroso il gruppo di lettori che ci segue assiduamente. Oggi, 4 ottobre 2011, Terza Pagina compie un anno. Auguri. (Stefano Santos)

Una filastrocca in prosa per Terza Pagina.
Il giornale si legge la mattina.
Le notizie, già vecchie di un giorno non potrebbero attendere ancora per essere lette. Calde di stampa scalpitano tutte vicine, le parole, scontrandosi l’un l’altra. Di emergere dai neri titoli gonfi cercano sempre.
Il giornale si legge la mattina.
Le pagine stese sul tavolo della cucina, l’unico abbastanza grande, e la colazione sbriciolata tra una pagine e l’altra.
Il giornale si legge la mattina.
Che affronto incontrare poi qualcuno che per strada che ne sappia più di te. Non puoi mica dire: “No, io di questo non so niente, ma aspetta, leggo un po’, ne parliamo quando ho fatto.”
Il giornale si legge la mattina.
“Il buondì si vede dal Mattino”
Ecco qui. Tutto vero.
Ma poi vi è un’altra versione. Per cui il giornale si legge a sera.
O di giorno, o pomeriggio. Quando capita una storia.
E le storie capitano, spuntando quando serve.
Le parole ormai dinamiche, non costrette in un rettangolo, svolazzano, discutono, rispondono a leggi nuove. A quelle di un quadrato, che luminoso sta, tra il cornetto e il caffellatte, sulle gambe, la mattina.
Sulle gambe ancora lo trovi, al pomeriggio dopo il caffe. Con le dita puoi giocare su una piccola tastiera, undici cifre digitare, e tra un blog ed un email, la notizia sempre fresca ti accompagna fino a sera.
Terza Pagina in realtà, tre pagine non le ha. Ma ecco, il mistero è chiarito, perché tra le pagine del cuore, tra la famiglia e il grande amore, per alcuni di quelli che a questa nascita ha assistito, la terza pagina, almeno quella, questo giornale sempre avrà. (Margherita K. Budillon)
Cercare “Terza Pagina” e trovarla ancora qui, allo stesso modo, dopo un anno, è rassicurante e, in qualche modo, dà speranza.
Rappresenta ciò in cui si dovrebbe credere senza alcun tipo di remora, perché è l’attestazione di un percorso sotto il quale vi è la fede ed il lavoro di chi pensa che l’informazione sia come un credo, un atto indispensabile. (Rosalba Ferrante)

In un pezzo pubblicato su Terza Pagina all’inizio di quest’anno scrivevo, citando il politologo Ilvo Diamanti: “Le ricorrenze servono a commemorare oppure a rinnovare. Occasioni di memoria e di speranza, per tornare indietro con gli occhi e la mente. Oppure, al contrario, per proiettarci in avanti”. È per questo che esistono gli anniversari: essi ci aiutano a riscoprire l’importanza del passato e a costruire un futuro che sia all’altezza delle sue promesse. Ed è per questo che il primo anniversario è sempre un momento particolare, di quelli che si festeggiano con una certa emozione, orgoglio per quello che è stato e speranza per quel che sarà. Per noi di Terza Pagina è soprattutto l’occasione per fare il punto di un anno in cui questa testata giovane, fatta dai giovani, ha preso il largo muovendosi nelle acque agitate dell’attualità politica e sociale, ha sospinto in avanti la nave della cultura e del pensiero, dando nuovo spazio alla poesia e alla letteratura, ha esplorato i lidi della scienza e dello spettacolo, ma soprattutto ha fatto informazione. Non una rotta facile, quella che passa attraverso il gran mare del Web, costellato di un numero infinito di blog e siti d’informazione. Eppure, in questo primo anno di vita, Terza Pagina è riuscita a ritagliarsi uno spazio tutto suo, ad interessare un numero sempre crescente di lettori, mettendo insieme contributi estremamente vari e avvalendosi di collaborazioni creative ed entusiaste. Non sappiamo in quale porto la nostra nave sia destinata ad approdare. Quel che è certo è che il vento tira forte e a noi non sta che di spiegare le vele ogni giorno. (Gianmarco Botti)
Un anno di attività, cinquecentododici articoli pubblicati, ottocentotrentadue “Mi Piace” sulla pagina ufficiale Facebook, cinquecentosette utenti attivi ogni mese. “Questa storia racconterò con un sospiro, chissà dove, tra molto tempo: divergevano due strade in un bosco e io presi la meno battuta”. Se la differenza ci sarà, sarete voi a stabilirlo. Grazie. (Roberto P. Ormanni)