Per la morte di Steve Jobs sono state sprecate anche troppe parole. S.J. avrebbe preferito una commemorazione silenziosa, minimalista. Uno studente di 19 anni della facoltà di design del politecnico di Hong Kong ha saputo cogliere la sua lezione, dicendogli addio con questo logo.
di Margherita K. Budillon
In quel famoso discorso tenuto all’Università di Stanford, nel 2005 Steve Jobs ha lanciato agli studenti un messaggio: Stay Hungry, Stay Foolish. Siate Affamati. Siate folli.
Un messaggio che attraverso il mondo digitale è rimbalzato a tutti i noi, facendone l’inno del nuovo millennio. Di chi altro potevamo accettare l’invito a credere; a trovare qualcosa da amare; al non accontentarsi ma continuare a cercare; a vivere la nostra vita, e non la vita di qualcun altro ? Da chi altro, se non da colui che ha rivoluzionato il modo di concepire la tecnologia partendo da un garage, con nient’altro che una grande mente e una grande intuizione?
A pochi giorni dalla morte di Steve Jobs ci troviamo a confrontarci con la grande eredità tecnologica e spirituale che la sua persona ci ha lasciato.
È stato definito l’inventore del futuro, l’ultimo visionario, sempre circondato da una sorta di aura mistica che i Mac Lovers non rinunciavano ad attribuirgli. E spesso si è preferito sorvolare su quei lati un po’ foschi, che ne facevano più un Cavaliere Nero che un Futuristico Eroe Bianco.
Certo lo si può amare, lo si può odiare, ma non può lasciare indifferenti; lo diceva anche una campagna pubblicitaria della Apple degli anni novanta: inneggiava i ribelli, i disadattati, coloro che vedono le cose in modo differente e non si accontentano del precostituito. “Puoi disprezzarli o glorificarli, ma l’unica cosa che non puoi fare è ignorarli, perché sono questi personaggi che cambiano le cose, che inventano, che esplorano, che ispirano.”
Tra queste parole sembra leggere proprio la personalità di S.J. che era abbastanza folle da pensare di poter cambiare il mondo. E che lo ha cambiato, pur non avendo alcuna competenza per farlo. Non era un esperto, non aveva alcuna formazione in ingegneria informatica o design industriale. Aveva meno competenza in computer di quanto ne avesse negli esseri umani che li utilizzano. Perché li conosceva bene, gli uomini,altrimenti non saremmo ancora qui ad analizzare questo strano vuoto che la sua morte ci ha lasciato dentro. Siamo orfani di un mito che si è rivolto a noi giovani lasciandoci quattro parole, Stay hungry, stay foolish.
Stay però significa anche rimanere. E rimarremo tali nonostante la sua morte, come lui ci ha insegnato: folli, ed affamati.