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Prova a prendermi. Esegesi dell’impero berlusconiano/1

di Rosalba Ferrante

Chi è Silvio Berlusconi? Chi è veramente il “self-made-man” italiano, il padrone della poltrona del potere, il Cavaliere milanese, il mezzo e la causa della crisi, prima di tutto morale, che sta attraversando l’Italia ormai da anni?
All’alba di un’epoca che in maniera sempre più costante ed evidente sembra essere destinata allo sfacelo ed allo stravolgimento più totale, è necessario e dovuto provare a conoscere realmente la storia di chi abbiamo scelto come custode di questo Paese.
Che lo scopo non venga frainteso: non si tratta di forgiare menti, né di plasmare idee e né tantomeno di formulare giudizi, non ci avvaliamo di questa presunzione. Scopo ed obiettivo di quello che verrà riportato sarà rivolto infatti alla più semplice e pura informazione, perché crediamo e siamo convinti che “In una società libera l’informazione può e deve penetrare ovunque”. Ed è questo, infatti, il progetto che, nel nostro piccolo, cercheremo di portare avanti. E se una volta terminato questo percorso anche solo una mente sarà riuscita a riflettere, a conoscere o a ricordare cose che per noncuranza o per triste abitudine aveva accantonato, ebbene, anche questo sarà sufficiente.

Silvio Berlusconi, dicevamo. Dall’inizio della sua scalata al potere, e quindi dalla fine degli anni ’70 ad oggi, Berlusconi è stato oggetto di svariati e numerosi procedimenti penali, tutti conclusisi per via di assoluzioni, archiviazioni e depenalizzazioni dei suddetti. In alcuni procedimenti in particolare, sono state pronunciate a carico di Berlusconi sentenze di condanna per reati quali appropriazione indebita, frode fiscale, corruzione giudiziaria, finanziamento illecito ai partiti e falso in bilancio. In alcune di esse Berlusconi si è giovato delle cosidette leggi ad personam, ovvero di leggi da lui varate ed approvate dalla maggioranza parlamentare da lui stesso guidata. Anche in questi casi quindi i procedimenti si sono conclusi con sentenze di assoluzione, con prescrizioni o con il sopravvento i nuove norme approvate dalla maggioranza di centro-destra.
Ma proviamo ad analizzare le cose dal principio.
Silvio Berlusconi nasce a Milano il 29 Settembre del 1936, primo di tre figli di Luigi Berlusconi, impiegato e, come vedremo di seguito, direttore generale della Banca Rasini, e di Rosa Bossi, casalinga. Prende la maturità classica nel 1954 per iscriversi nello stesso anno alla Facoltà di Giurisprudenza. Durante gli anni di studio inizia lavori saltuari come venditore porta a porta, fotografo, musicista e cantante sulle navi da crociera nella band dell’amico Fedele Confalonieri. Il primo impiego saltuario lo ottiene nel 1957, nella Immobiliare costruzioni. Una volta laureatosi nel 1961 con 110 e lode ed evitato in maniera ignota il servizio militare, vince una borsa di studio di due milioni che era stata messa in palio dalla concessionaria Manzoni. Comincia dunque a dedicarsi all’edilizia: grazie ad una garanzia datagli dal banchiere Carlo Rasini (titolare della Banca Rasini dove, come abbiamo già detto, lavorava il padre Luigi) che, tra le altre cose, gli procura anche un socio, il costruttore Pietro Canali, Berlusconi acquista un terreno in Via Alciati. Nasce così la Cantieri Riuniti Milanesi.
Riguardo la banca Rasini, nella quale Luigi Berlusconi lavorò tutta la vita fino a diventarne il direttore generale e il cui proprietario fu finanziere di Silvio Berlusconi in più imprese, Michele Sindona (bancarottiere piduista legato a Cosa Nostra e riciclatore di denaro mafioso) riferì ad un giornalista americano che nel 1985 gli chiese quali fossero le banche usate dalla mafia, che queste erano “Il Banco di Sicilia, a volte. A Milano poi una piccola banca in piazza Mercanti”, appunto la Rasini. Risulta infatti che lì vi tennero conti numerosi mafiosi, tra i quali Antonio Virgilio, Salvatore Enea e Luigi Monti, tutti legati a Vittorio Mangano, il mafioso che, tra il 1973 ed il 1975, lavorò come fattore alla villa di Berlusconi.

Nel 1963 Berlusconi fonda la Edilnord Sas, i soci che vi operano sono, in più a Berlusconi, il commercialista Edoardo Picciotto e i costruttori Pietro Canali (già suo precedente socio nella Cantieri Riuniti Milanesi), Enrico e Giovanni Botta. I soci che invece finanziano l’operazione sono il banchiere Carlo Rasini e l’avvocato d’affari Renzo Rezzonico, il legale di una misteriosa finanziaria di Lugano, la “Finanzierungesselschaft fur Residenzen Ag”, di cui nessuno ha mai conosciuto i reali proprietari. Nel 1964 apre un cantiere a Brugherio, nel quale voleva edificare una città modello di quattromila abitanti. Una volta pronto il primo condominio tuttavia, non riesce a venderne neanche un appartamento. Improvvisamente ed in maniera ignota riesce a venderlo al Fondo di Previdenza dei dirigenti commerciali. Brugherio sarà ufficialmente pronta nel 1969, con 1000 appartamenti venduti.
Nel 1968 acquistando dei terreni nel comune di Segrate, nasce l’Edilnord Centri Residenziali Sas (Edilnord 2), lì dove poi sorgerà Milano 2. Il socio accomandatario questa volta è la cugina di Berlusconi, Lidia Borsani. I capitali vengono forniti da un’ulteriore misteriosa finanziaria luganese, la “Aktiengesellshaft fur Immobilienanlagen in Residenzentren Ag”, fondata da soci misteriosi appena dieci giorni prima la nascita della Edilnord 2. Ed è qui che scatta la prima indagine. Verso la fine dell’Ottobre del 1979, infatti, Berlusconi riceve, nella sede della Edilnord 2, la visita di tre Guardie di Finanza. Si spaccia per un “semplice consulente esterno addetto alla progettazione di Milano 2”, in realtà è l’unico proprietario della società, intestata ad Umberto Previti. Nonostante le numerosi ambiguità riguardanti le misteriose società svizzere, l’ispezione viene archiviata. I tre militari, Massimo Maria Berruti, Salvatore Gallo ed Alberto Corrado, si giovarono ben presto di una lussuosa carriera. Il primo lascia pochi mesi dopo le Fiamme Gialle, diventando avvocato d’affari della Fininvest (un’ulteriore società fondata da Berlusconi nel 1975 di cui parleremo in seguito). Arrestato nel 1985 nello scandalo Icomec e successivamente assolto, ritorna in carcere nel 1994 insieme a Corrado per l’inchiesta delle tangenti alla Guardia di Finanza, per poi essere eletto come deputato di Forza Italia e condannato ad otto mesi di reclusione per favoreggiamento. Gallo, invece, lo ritroveremo poi iscritto alla loggia massonica “Propaganda due”, diventata nota, più tardi, come P2.