Home » Cinema, Napoli, News, Spettacolo » Napoli Film Festival: lezioni di cinema e incontri ravvicinati con i registi protagonisti

Napoli Film Festival: lezioni di cinema e incontri ravvicinati con i registi protagonisti

di Brando Improta

E’ un vero e proprio arricchimento della mente quello che il Napoli Film Festival ha regalato ai giovani studenti di Scienze della Comunicazione nei primi tre incontri mattuttini al Castel Sant’Elmo.
Si è iniziato Giovedì 13 con il grande Maurizio Nichetti (regista di pellicole fantasiose come “Ho fatto Splash” e “Volere Volare”), che ha presieduto alla proiezione del suo “Ladri di saponette” del 1989. Alla proiezione è quindi seguito il primo incontro “ravvicinato” con uno degli autori più originali e simpatici del cinema italiano. Tante le domande che fioccavano dai ragazzi intervenuti, alle quali Nichetti ha risposto sempre con molta disponibilità e modestia, raccontando curiosi aneddoti sulla lavorazione del film visionato e denunciando la sempre più grave crisi del cinema italiano, secondo lui sempre più “imitatore della peggior televisione”.
In particolare, quello della televisione commerciale (tema trattato anche nella pellicola) è stato un argomento più volte sottolineato: il regista ha infatti raccontato di come, sul finire degli anni ottanta, gli autori già paventavano l’insinuarsi della pubblicità anche nella televisione di stato per richiedere un cospicuo canone ai suoi spettatori.
Congedandosi dall’incontro (durato oltre tre ore), ha inoltre consigliato a chi vuole accostarsi al mestiere della settima arte, di prendere sempre storie frutto della fantasia piuttosto che concentrarsi su squallide vincende finto-reali che ancora una volta il cinema italiano sta prendendo in prestito dai soliti Reality Show, dei cui partecipanti racconta: “Ho visto personalmente ragazzi usciti dal Grande Fratello sfruttati dai loro manager per massimo un anno, e poi abbandonati in favore dei nuovi concorrenti; oggi molti di quei ragazzi hanno problemi psicologici, è difficile passare da diecimila euro a serata alla ricerca di un lavoro magari anche precario”.


Venerdì mattina è toccato, invece, all’esordiente Gipi (già fumettista di grande successo) che ha presentato ai ragazzi la sua opera prima: “L’ultimo terrestre”, già presentato con successo alla 68° edizione del festival del cinema di Venezia.
Film sicuramente insolito, in quanto si tratta di una storia di fantascienza, ha letteralmente affascinato le persone che hanno partecipato all’incontro, sia per l’originalità che per le solide interpretazioni dei suoi protagonisti.
Rispondendo alle varie domane, il regista ha poi dato in anteprima la notizia di aver firmato per girare il suo secondo film, dalla trama ancora incerta, ma in cui sicuramente collaborerà di nuovo con l’attore Gabriele Spinelli, già interprete del suo primo film.

Infine, Sabato 15 ottobre, il Napoli Film Festival ha aperto le porte ad una documentarista leggendaria: Cecilia Mangini. Questa splendida signora piena di energia ha presentato agli studenti una selezione scelta di sette documentari brevi da lei girati tra il 1958 e il 1965, due con la collaborazione ai testi del compianto Pier Paolo Pasolini.
Documentari ancora attualissimi come quello sul fascismo, perché, come la stessa autrice ha affermato, è “purtroppo la condizione dell’uomo a non essersi evoluta”. Anche lei, come Nichetti, ha accusato la televisione di Stato, che è degenerata nel momento in cui ha accettato la gara agli ascolti più alti lanciata dalle reti private.
Infatti, a suo parere, non è vero che in Italia sia finita la stagione dei documentari, “esistono dei bravissimi documentaristi giovani che purtroppo non trovano spazio nei palinsesti, nemmeno alle quattro di notte”.
La Mangini ha inoltre ricordato con affetto l’amico Pasolini: “Mi sento legata a lui da un vincolo, e noi italiani gli dobbiamo molto perché con le sue poesie e i suoi film ci ha davvero arricchito”.
Congedandosi, ha dato un’ultima preziosa raccomandazione agli studenti: “Evitate la televisione di oggi, meglio visitare i musei” e li ha ringraziati perché, vedendo la loro passione nell’affacciarsi a questa professione, trova sempre di più la gioia di andare avanti.