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C’erano i Beatles e i Rolling Stones

di Giacomo Palombino

Voglio raccontarvi una storia: quella della maggior parte dei nostri genitori. La storia di una generazione, cresciuta negli anni Sessanta, che, per sua fortuna o sfortuna, prese parte e fu spettatrice di eventi e circostanze che segnarono quel periodo storico; mi riferisco, solo per fare degli esempi, alla terribile guerra del Vietnam o ai movimenti studenteschi del ’68. Tutti, direttamente o indirettamente, collaborarono a creare lo sfondo di un paesaggio che cominciava a mutare. Ma quei ragazzi ebbero anche la fortuna (in questo caso sicuramente di fortuna si trattò) di assistere alla nascita di due dei più importanti gruppi musicali della storia, i Beatles e i Rolling Stones, e si trovarono anche a delineare quelle due diverse “fazioni” nelle quali ognuno ascoltava i suoi miti e tifava per loro, per l’una o per l’altra band. “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones” cantava Gianni Morandi in una delle sue canzoni più conosciute; ma, probabilmente, il cantautore italiano e il ragazzo da lui ricordato costituivano una ristretta minoranza, considerando che in quel periodo difficilmente la stessa persona sarebbe potuta essere fan di entrambi i gruppi.
Da un punto di vista strettamente musicale, questi hanno avuto una importanza
straordinaria; tanti avranno almeno una volta sentito dire che mentre in Inghilterra nascevano i Beatles noi ancora cantavamo canzoni come “Sapore di sale” o “Abbronzatissima” (commento che però fa dimenticare che in Italia, in quel decennio, vi era gente come Battisti o De André). La loro influenza, infatti, è stata e continua ad essere di straordinaria rilevanza per cantanti e compositori, di ieri e di oggi; lo stesso Vasco Rossi dice che la sua musica nasce e si inspira a quella di Mick Jagger. Ma gli esempi potrebbero essere centinaia. Basta ascoltare le interviste che ogni tanto canali musicali o radiofonici fanno a gruppi emergenti: trovatemene uno che vi dica che quei pezzi non hanno influito sulla sua formazione artistica. Ma vi dico di più: persino grandi musicisti e compositori Jazz ormai rileggono quei brani secondo il gusto del loro genere musicale. È il caso di Enzo Pietropaoli, contrabbassista, che durante un’ esibizione dal vivo, dopo aver chiesto al pubblico chi preferisse fra le due band, ha suonato “Wild Horses”; oppure di Danilo Rea, pianista di fama internazionale, che già da qualche tempo tiene concerti incentrati sulle composizioni di John Lennon.
Ma parlare dei Beatles e dei Rolling Stones significa parlare di qualcosa di ancora più grande. “Immaginati cosa fu per me, che allora ero un giovane studente, vedere come quei ragazzi portavano i capelli” dice mio padre. Infatti, “Twist and Shout” o “Angie”, solo per citare alcuni grandi successi, furono la colonna sonora di una vera e propria “rivoluzione”, la quale cambiò il modo di fare e anche di ascoltare la musica, cambiò il modo di vestirsi (pensate che in quegli anni nasceva, con Mary Quant, la minigonna), cambiò il modo di divertirsi e forse anche di porsi nei confronti di schemi che, seppure ancora rigidi, cominciavano a non essere più visti immodificabili, ma come qualcosa che tramite una nuova coscienza di sé e delle proprie possibilità si poteva condizionare e cambiare. Cosa rappresenterebbe, altrimenti, la famosa “linguaccia” dei Rolling Stones, se non questo nuovo atteggiamento nei confronti della società?
Ma da una trattazione sintetica come la mia (non potrebbe essere diversamente) la scena musicale di quel decennio sembrerebbe essere ridotta a soli due nomi: in realtà non fu così, anzi. Gli anni Sessanta costituiscono un panorama artistico di straordinaria portata, basti pensare agli Who, a Bob Dylan, a Jimi Hendrix.
Ma, nonostante tutto, pezzi come “Satisfaction” e “Come Together” furono più che canzoni. Furono la voce di una società che cambiava, il veicolo tramite il quale circolavano nuove idee, l’eco di un nuovo e lontano mondo che cominciava ad essere sempre più vicino: il mondo che noi conosciamo, quello dove siamo nati e cresciuti, quello che i nostri padri e le nostre madri hanno contribuito a creare. Il mondo dove la musica dei Beatles e dei Rolling Stones continuerà a suonare in eterno.