di Claudia Massarelli
Dopo ben dieci mesi da quel monumentale 13 febbraio, le donne tornano nuovamente in piazza, pronte a far sentire la loro voce: l’11 dicembre, sono state proprio loro, per una volta, ad essere le protagoniste: determinate, bellissime nella loro forza, nel loro essere immancabilmente presenti a discapito del cielo grigio e dell’umidità. Ma quella di domenica scorsa non è stata una mera replica del 13 febbraio, ma molto di più: come ha detto la scrittrice Cristiana Comencini, promotrice dell’evento insieme alla sorella Francesca, “Il governo è cambiato, ma non il Paese”; ed è vero perché questa volta lui, il Cavaliere del “bunga-bunga” Berlusconi non c’era, non era presente il suo volto sui rari striscioni che si sono visti, segno di un passaggio, di un apertura verso un nuovo governo che va avvisato, ma non direttamente contestato. Situazione ben lontana da quella di febbraio dunque, quando le donne furono chiamate alle piazze per affermare la loro stessa dignità, troppo spesso minacciata da messaggi che rimandavano una squallida immagine di donna-oggetto, di corpo in vendita.
Oggi il governo è cambiato, è vero, ma le donne sono dovute nuovamente scendere in piazza, non per lamentarsi, ma per pretendere ciò che spetta loro: “Women have the power”, rivisitazione ad opera di Paola Turci e Marina Rei della famosa canzone di Patti Smith “People have the power”, esemplifica il messaggio della giornata: il Paese, che affonda in una crisi ogni giorno più grave, non potrà mai rialzarsi se non ponendo al centro le donne. Senza di loro non si va avanti.
A Piazza del popolo a Roma, come a Siena, Genova, Torino, Ancona, Venezia, Sassari, Messina, e molte altre piazze italiane, uomini donne e bambini, forse meno numerosi, si sono riuniti: l’entusiasmo è ridotto, la folla a tratti risulta molto silenziosa come quando sei giovani attrici tratteggiano la vita delle cinque ragazze morte a Barletta, Maria, Tina, Matilde, Giovanna e Antonella, ma soprattutto la manifestazione è stata un’adunanza di persone venute a condividere storie, per parlare di disoccupazione, di precariato, di ingiustizie.
Molte sono le personalità intervenute: il leader di Sinistra ecologia e libertà Nichi Vendola, la cantautrice Emma Marrone, la sociologa Chiara Saraceno, l’economista Francesca Bettì. E ancora l’attrice Lunetta Savino, Veronica Pivetti, Carla Fracci e tante altre che hanno partecipato alla registrazione del video di promozione della giornata.
Gli obbiettivi sono tanti: il lavoro, senza precarietà ne discriminazioni salariali, la maternità, come valore sociale e diritto che va rispettato, la necessità di più e migliori servizi, ma soprattutto, l’inclusione delle donne nei luoghi decisionali. Perché, come afferma l’attrice Margherita Buy nel video di presentazione della manifestazione “Democrazia vuol dire donne e uomini insieme al governo capaci di far parlare le loro vite diverse”. Viste le premesse, si accorda perfettamente il nuovo slogan del movimento: il “Se non ora, quando?” si trasforma in “Se non le donne, chi?”. Una forte presa di posizione dunque, nata dall’esigenza di essere ascoltate, una volta e per sempre, ricordando che “Non si può uscire da una crisi economica, politica e morale senza le donne. In questo passaggio così difficile, non ci tireremo indietro”.