di Vincenzo Sorrentino
Raffaela Mariniello, fotografa napoletana, vive e lavora tra Napoli e Milano. Ha rivolto la sua ricerca artistica “a tematiche sociali e culturali, con un’attenzione particolare alle trasformazione del paesaggio urbano e al rapporto tra l’uomo, gli oggetti del suo quotidiano e i luoghi che abita” (così recita la sua biografia ufficiale). Le sue prime esperienze artistiche risalgono al 1991, quando la giovane fotografa inizia una campagna fotografica sull’Italsider di Bagnoli, unica testimonianza storica sull’attività dell’acciaieria: “Bagnoli, una fabbrica”. Successiva di dieci anni, è una serie d’immagini dedicate a una Napoli inconsueta (Napoli veduta immaginaria). Dal 2002, poi, si dedica a una ricerca sui diversi centri industriali che si affacciano sul Mediterraneo, come Atene, Beirut, Valencia, Palermo, Marsiglia, Tunisi, i cui esiti sono pubblicati in una monografia edita in Galles nel 2006: “Raffaela Mariniello”.
Queste le premesse al lavoro proposto dall’artista nella mostra di Villa Pignatelli, curata da Achille Bonito Oliva. Il titolo, “Souvenirs d’Italie”, indica un viaggio attraverso le città che hanno costituito le tappe obbligate del Grand Tour, compiuto nel ‘700 dai giovani dell’aristocrazia europea. Venezia, Firenze, Pisa, Roma, Napoli, con alcune incursioni di centri minori e dal “turismo” più moderno, come Lecce, Rimini e Capri, sono le protagoniste delle foto della Mariniello che, tuttavia, non sembra interessata a ricercare bellezze sconosciute ai più o realtà da rivalutare.
I soggetti scelti dall’obiettivo sono, invece, quelli della fruizione di massa, dei turisti assiepati attorno a monumenti il cui “valore” è direttamente proporzionale al numero di persone che li circondano. La ricerca dell’artista consiste nel selezionare immagini “disturbate” dei grandi classici: la Fontana di Trevi, il Maschio Angioino, il Campo dei Miracoli e la Piazza del Duomo a Firenze, considerata la diversa percezione che il turista ha di questi “oggetti”.
Nelle foto, alla staticità del monumento viene il più delle volte contrapposto qualcosa in movimento, il cui dinamismo è suggerito dall’effetto “sfocato” del soggetto in primo piano. Si vedano, ad esempio, la Fontana di Trevi e la chiesa di San Francesco di Paola in piazza Plebiscito, la giostra in piazza Navona, o, ancora, il ponte degli Scalzi a Venezia.
All’opposizione statico-dinamico si accompagna spesso quella monocromo-variopinto e gli esempi possono essere, di nuovo, il ponte veneziano con la folla di turisti che lo attraversa in pants e t-shirt, il coloratissimo stand con i palloncini incorniciato dall’architettura neoclassica di piazza Plebiscito e, infine, la foto intitolata “Barry White”.
A molti napoletani sarà capitato di vedere la “paninoteca mobile” Barry White alla rotonda Diaz, a Mergellina o nei pressi del Maschio Angioino ed è proprio in quest’ultima ambientazione che la Mariniello l’ha ritratta. Il furgone sosta di fronte ai cancelli che permettono l’accesso ai giardini di Palazzo Reale. Lo spiazzo è deserto, l’atmosfera surreale è accentuata dalle diverse fonti di luce che illuminano il monumentale castello e l’agile automezzo. Nessun passante avrebbe mai pensato che un’espressione del folklore napoletano come un volgare paninaro potesse costituire una delle opere della collezione permanente del MADRE, la realtà museale napoletana più vivace nella promozione dell’arte contemporanea.
La ricerca del bizzarro, dello strano, del “disturbante” è sublimata in una serie di 45 fotografie disposte, in fila per 9, sulla parete della seconda sala espositiva. A visioni se non reali, per lo meno, plausibili, sono alternate visioni oniriche, immaginarie, fantastiche. Si prestano a questi stravolgimenti i mini-monumenti dell’”Italia in miniatura”, parco tematico ubicato in una frazione di Rimini, che racchiude, abbattendo limiti geografici e di scala, le più famose bellezze naturali ed artistiche italiane. Solo in questo modo, la deserta Piazza San Pietro può diventare la meta dei pellegrinaggi di pupazzetti fluorescenti, il prato circostante il Duomo di Pisa può ospitare tre granai e il duomo di Firenze essere impacchettato come nemmeno Christo, massimo esponente della Land Art e famoso per i suoi “imballaggi”, avrebbe mai osato fare.
Non mancano, nella mostra, forme d’arte come installazioni, proiezioni di diapositive e un filmato. Quest’ultimo è, probabilmente, fra le opere più interessanti in esposizione perché combina riprese notturne dei mini-monumenti dell’”Italia in miniatura” con tour in autobus turistici, visioni desolate di villaggi-vacanze sconfinati e piazze deserte.
L’intera mostra è percorsa dal desiderio della fotografa di riproporre scenari familiari colti in situazioni non ordinarie, insolite, alternative, peculiari, oniriche, insospettabili, in ogni caso di grande fascino ed incanto. Uno scenario che, come in conclusione ai brillanti psico-oroscopi del sabato, induce a consigliare l’ascolto di una canzone: “Beirut, Postcards from Italy”.
Informazioni utili
“Raffaela Mariniello, Souvenirs d’Italie 2006|2011”, dal 17 dicembre 2011 al 12 febbraio 2012. Napoli. Villa Pignatelli – Casa della Fotografia, Largo Principessa Rosina Pignatelli, 201. Curatore Achille Bonito Oliva.
Biglietto: 2 euro (con eventuali riduzioni).
Orari: tutti i giorni dalle 8.30 alle 14.
Chiuso martedì.
La biglietteria chiude un’ora prima.