di Antonio Pane
Il Napoli continua la sua scalata verso la vetta della classifica e, nonostante la brutta prestazione espressa sul difficile campo del Catania di Giampaolo,adesso è solo al 4° posto con 12 punti.
La squadra gioca bene,esprime un calcio frizzante ed offensivo ed infatti, non a caso, ha il 3° miglior attacco dopo Juventus e Palermo.
C’è però una nota dolente in questo lieto inizio,entrambi i nostri esterni destri,Maggio e Zuniga,si stanno rendendo protagonisti di prestazioni ben al di sotto delle proprie capacità e potenzialità.
Il primo appare solo come un lontano parente del giocatore che ha fatto innamorare i propri tifosi grazie alle sue progressioni ed ai suoi inserimenti. Dov’è finito l’esterno che in due anni di permanenza azzurra ha messo a segno ben 9 gol e sfornato 7 assist?
Una prima ipotesi che abbiamo provato a formulare sarebbe quella che attribuirebbe il periodo NO del giocatore ad una condizione fisica non al top. Si sa, infatti, che in un ruolo dove la tenuta atletica è determinante,una scarsa condizione fisica provocherebbe ovviamente un calo delle prestazioni.
A mio avviso però c’è dell’altro. Non è infatti possibile che solamente a causa di una forma fisica non al 100% un giocatore del suo livello riduca così drasticamente il proprio standard di prestazioni.
In questo senso ho provato a ricercare motivazioni di ordine tecnico-tattico,notando così una particolarità interessante. Durante i primi due anni in cui il buon Cristian ha vestito la maglia azzurra, il Napoli ha sempre giocato con due esterni ,dal 3-5-2 di Reja al 3-4-3 di Mazzarri,di cui però uno,Maggio per l’appunto,svolgeva compiti spiccatamente offensivi,occupandosi di penetrare nelle aree di rigore avversarie partendo da lontano,ed un altro,Savini prima,Aronica poi,che rimaneva bloccato sulla linea mediana,preoccupandosi esclusivamente di aiutare i tre dietro andando a formare una difesa a quattro durante la fase passiva.
Quest’anno, invece, con il recupero di Dossena l’assetto tattico appare mutato. Infatti l’esterno, ex Liverpool ed Udinese,che delle galoppate sulla fascia fa il suo pane quotidiano,si occupa molto più della fase offensiva che di quella difensiva. Ciò, se da un lato permette al Napoli di rendersi insidioso in avanti con i suo cross al bacio per Cavani e compagni,dall’ altro provoca irrimediabilmente dei buchi dietro che non sempre i due mediani Gargano e Pazienza riescono a tappare. Spesso, dunque,è proprio Maggio che, quando l’azione si svolge sull’out mancino, deve rimanere più basso in vista di una qualche possibile ripartenza avversaria.
Stando così le cose, Mazzarri dovrà essere bravo a disporre la squadra in modo che si possa beneficiare nuovamente degli inserimenti di Maggio,che però, dal canto suo, dovrà necessariamente recuperare al più presto una condizione ottimale.
Situazione diversa per Zuniga. L’esterno colombiano, infatti,che tanto bene aveva terminato il campionato passato, non sta mantenendo assolutamente le aspettative. Ogni qualvolta viene chiamato in causa da Mazzarri,si rende protagonista di grossolani errori,come appunto a Catania o contro il Bari.
Il mister toscano, però, di certo non lo avvantaggia. Schierandolo spesso e volentieri esterno sinistro – lui che è un terzino destro – nel centrocampo a quattro o addirittura trequartista alle spalle di Cavani, non gli permette di giocare in una posizione a lui più congeniale.
L’errore primordiale in realtà lo fece l’ex dg Marino, che acquistò il giovane esterno colombiano per la “modica” cifra di 8 milioni e mezzo di euro,con tanto di gioia per la società del Siena che ancora ride compiaciuta.
Appare chiaro, insomma, che Zuniga non sembra essere utile alla causa partenopea ed è per questo che ritengo vada ceduto già a gennaio,magari proprio alla Juve in cambio di Sissoko(come vocifera più di un giornale),in modo da non minare ulteriormente il morale di un giocatore che già adesso sembra vada in campo svagato e svogliato.
Mi auguro che la società prenda atto dello stato delle cose,e a gennaio faccia quanto occorre per migliorare una squadra già collaudata, alla quale manca solo la ciliegina per divenire una grande torta.