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Le fiabe che raccontano l’Africa Nera: quando la conoscenza umana è a portata di bambino

di Rosalba Ferrante

TITOLO: LE FIABE DELL’AFRICA NERA
AUTORE: SCONOSCIUTO
EDITORE: GIOVANE AFRICA EDIZIONI

Scrivere fiabe per bambini è forse una delle più grandi responsabilità che uno scrittore possa far gravare sulla sua penna. Lo sapeva Antoine De Saint-Exupéry quando scrisse “Il piccolo principe” e lo sapevano i fratelli Grimm quando cominciarono a pubblicare le loro prime favole. Si tratta di grandi storie per bambini che, con la loro essenza semplice e genuina, finiscono per includere gli stessi adulti. Così “Le fiabe dell’Africa Nera” (Edizione Giovane Africa, euro 9) hanno un posto sicuro in questo panorama: nove storie, tutte ambientate nelle savane afose del continente africano, nelle quali, gli animali, spesso circondati da maghi, saggi e geni, assumono caratteristiche, pregi e difetti umani. La prosa del testo, piacevole e scorrevole come solo quella delle fiabe è in grado di essere, permette ai lettori la facoltà di percepire, attraverso le pagine, i profumi ed i sapori della terra narrata, la stessa struttura linguistica, inoltre, ha saputo mantenere con la resa in italiano il tono mistico della terra nativa, conservandone i tratti e le similitudini. E proprio perché la lettura delle fiabe impiega pochi minuti, è d’obbligo spenderne qualcuno in più per osservare le immagini – curate ed elaborate dall’Associazione Thiaroye sur Mer O.N.L.U.S. così come tutto il resto volume – nate per accompagnare il maggior numero possibile delle scene narrate. Ciò che più colpisce di questi disegni infatti è proprio il saper esprimere, a pari passo con le parole, situazioni e sentimenti narrati nelle storie, modulando in questo senso sia il tratto che il colore adottato, proprio a sottolineare l’importanza del disegno agli occhi del bambino. La morale, tipica del genere fiabesco, assume il tono misterioso ed inaspettato del mondo subsahariano occidentale, colorandosi di significati e sfumature mistiche, dal tono lievemente malinconico e in alcuni tratti quasi macabro di quelle storie che, tra la fantasia e la realtà, si assumono il compito oneroso dell’insegnamento che non tutto finisce sempre con il lieto fine. Ma infine, terminata la lettura, è chiaramente percepibile che la parte favorita dall’autore (di cui non è riportato né il nome, né alcuna notizia in merito) è sempre quella dei bambini, proprio come per la maggior parte degli autori di favole. Ed è per questo che tra le ultime fiabe narrate, è proprio un bambino di dieci anni ad assumere la parte del saggio, l’unico in grado di dare risposte a domande prima di allora irrisolvibili: “Ricordate che la conoscenza è come un ago nel pagliaio – concluderà – anche un bambino la può trovare”.