di Rosalba Ferrante
A tre anni dalla morte di Pina Bausch, la “madre” del teatro danza europeo, Flavia Bucciero torna a Napoli con una coreografia interamente ispirata alla grande artista: “Pina…ma perché Napoli no!”. Lo spettacolo – prodotto dal Consorzio Coreografi Danza d’Autore e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali – debutterà, in prima assoluta, al Teatro Instabile venerdì 30 Marzo, con repliche sabato 31 alle ore 21.30 e domenica 1 aprile, alle ore 18.30 (prezzo del biglietto 10 euro, ridotto 8 euro). In scena saranno i danzatori Flavia Bucciero, Franco Corsi, Sabrina Davini, Laura Feresin e Cristian Ponzi, della Compagnia Movimentoinactor Teatrodanza. Lo spettacolo fa parte della manifestazione in omaggio a Pina Bausch, inserita nella rassegna “Se son donne fioriranno” che il Teatro Instabile conduce da quattro anni.
L’intero spettacolo nasce da un interrogativo che la coreografa Flavia Bucciero si è posta, ovvero come mai Pina Bausch, che ha dedicato il suo lavoro a tante città di bellezza e fama internazionale, non abbia al contrario mai realizzato niente per Napoli e la sua gente, che l’artista conosceva ed amava profondamente. Fulcro della coreografia non è tanto la pretesta di voler dare una risposta a questa domanda, quanto più una provocazione dalla quale partire per mettere in scena un omaggio a Pina Bausch e, più di tutto, “a Napoli ed alle sue contraddizioni”. La presentazione dello spettacolo si è tenuta oggi presso il PAN, il Palazzo delle Arti di Napoli, alla presenza di Flavia Buccieri, Fabio Pascapè, Responsabile del PAN, e Miriam Campaniello, collaboratrice di Michele del Grosso, direttore del Teatro Instabile, anche lui presente all’evento, al cui termine i danzatori Franco Corsi e Laura Feresin hanno offerto un breve assaggio della coreografia. “Lo spettacolo – spiega Flavia Bucciero – per me rappresenta una sorta di ricongiunzione di due elementi della mia esistenza, la mia formazione a Napoli e poi a Parigi, ed infine la ricongiunzione con Napoli, la mia città. Da venticinque anni ho fondato una compagnia a Pisa, ma nonostante ciò non ho mai smesso di avere un rapporto molto forte con la mia città e la sua gente”. La scelta musicale dell’intero spettacolo evita volutamente inserimenti di musiche o canzoni napoletane, “tranne che per qualche breve citazione neomelodica – prosegue la Bucciero – ho preferito non usare musiche napoletane, per inserire invece tutte quelle mediazioni musicali che Napoli contiene già in se stessa”. Sia la scelta coreografica, studiata intorno alle relazioni maschili e femminili ed all’individualità dei danzatori, che quella del teatro dalla struttura notoriamente inusuale, rappresentano una sorta di legame, “un cavo – come ha concluso la coreografa – che unisce al tempo stesso il ventre della città ed il suo esterno”.