di Giacomo Palombino
Uno dei fenomeni musicali più interessanti e noti degli ultimi mesi prende il nome di una giovane cantautrice britannica dai capelli biondi e gli occhi azzurri: Adele Laurie Blue Adkins, meglio e più semplicemente conosciuta come Adele.
Nata a Londra nel Maggio del 1988, studia musica alla BRIT School di Croydon. Nel 2008 pubblica il suo album di debutto, “19”, per poi tornare nel 2011 con il suo secondo lavoro, “21” (album più venduto dell’anno). Il successo è incredibile e immediato, i numeri delle vendite elevatissimi; le classifiche di tutto il mondo vengono letteralmente scalate da questa giovane donna che con la sua splendida voce riesce ad incantare e coinvolgere un pubblico di fan variegato, dagli appassionati più giovani a quelli più maturi.
Il suo talento viene premiato con alcuni dei più importanti riconoscimenti internazionali: fra gli altri, ricordiamo due Grammy Awards nel 2009, tre American Music Awards e quattro Mtv Video Music Awards nel 2011, e sei Grammy Awards nel 2012. Viene riconosciuta, tra i tanti successi, come migliore artista esordiente, migliore interprete femminile, artista donna rock-pop internazionale, migliori coreografie nei suoi video musicali, album di maggiore successo.
Si può rimanere indifferenti nei confronti di questa personalità? La risposta viene da sé.
La critica internazionale non ha mancato di accostare la sua voce e il suo stile a quelli di Amy Winehouse, anche a causa del produttore Mark Ronson che ha avuto la fortuna di lavorare con entrambi i talenti inglesi. In realtà non bisogna lasciarsi troppo trascinare da questi paralleli, da questi confronti che appaiono per lo più inutili e poco significativi ai fini di un giudizio onesto e sincero. Molti infatti concentrano l’attenzione sul loro modo di cantare, apparentemente simile, e su un genere (il soul) che oggi è sicuramente meno comune, o meglio, meno conosciuto rispetto ad altri; di conseguenza, quei pochi nomi che vengono in mente al comune ascoltatore finiscono con il generare delle inevitabili associazioni, in base alle quali ognuno è figlio di qualcun altro, ognuno prende ispirazione da altri. In realtà è preferibile concentrarsi sulle differenze che emergono fra le due artiste, modalità di riflessione che permette di apprezzare e ricordare meglio le caratteristiche che le contraddistinguono.
Rispetto alla Winehouse, Adele si propone come una ragazza molto più semplice e pacata, sia nel suo modo di presentarsi esteriormente, ma soprattutto per il suo modo di cantare e il timbro della sua voce; molto più dolce e meno rock, meno dura, più adatta rispetto alla “rivale” all’atmosfera delle grandi orchestre, accompagnamento che permette di valorizzare la sua magnifica estensione vocale. Questa è però una presunta rivalità che non vedrà mai più confronti diretti, a causa della non più tanto recente scomparsa di Amy Winehouse; quest’ultima ha sicuramente dimostrato di condurre una vita molto meno “sana” rispetto ad Adele, motivo però che non giustifica un mancato riconoscimento della sua bravura.
Non dimentichiamo che ai due nomi già ricordati se ne aggiunge un terzo, quello di Duffy, anche lei di origine inglese, che finisce con il comporre un trio scelto dalla critica come simbolo della nuova generazione del “soul bianco”.
La cosa che più colpisce della giovane artista inglese è il fatto (comune alle colleghe sopra ricordate) che lei sia non semplice esecutrice, ma anche autrice della maggior parte dei pezzi che canta; è questa ormai una novità o forse un fenomeno insolito, quello cioè di ascoltare un cantante bravo in entrambe le fasi della carriera musicale, sia quella compositiva che quella esecutiva.
Ascoltiamo e sosteniamo, dunque, questa giovane artista, Adele, che ancora può e deve dare tanto al panorama artistico internazionale, sperando di ascoltare altri brani belli ed interessanti come “Rolling in the Deep” (10 milioni di copie vendute nel 2011, evento che non si ripeteva da 13 anni con “My heart will go on” di Celine Dion) o “Someone like you” (sei milioni di copie vendute). Il prossimo 5 Maggio Adele compirà 24 anni, motivo non futile per comporre un nuovo album ispirato a questo numero.