di Tommaso Primo
C’era un tempo in cui la politica si faceva nelle piazze. Erano i tempi delle polis, della democrazia diretta, dei filosofi al potere, in cui arte, economia e pensiero si fondevano in unico grande luogo, l’Agorà.
Per avere un’idea di tale realtà bisognerebbe ritornare indietro nel tempo: l’esempio più celebre è senza l’ombra di dubbio l’Agorà ateniese. Fondata dal tiranno Pisistrato nel IV secolo a.C , resa celebre in piena età ellenistica da Pericle, si dimostrò da subito un modello vincente per quelle che all’epoca erano le città-Stato.
Il prototipo di tale concezione, però, svanisce con il passare del tempo. Il “progresso” lascerà che lo sviluppo tecnologico limiti il concetto di Agorà. Quello che sarà in seguito il Foro romano, infatti, ometterà funzioni presenti tra quelle annoverate nella sua prestigiosa antenata (la cultura, per esempio, sarà ospitata nei confini del Teatro) e – inutile dire – la moderna “Square” avrà significato e sedi distanti anni luce dal puro concetto della trasparenza, caratteristica primordiale dell’antico luogo greco.
Una storia contemporanea, però, riporta la memoria e lo spirito ai fasti dell’antico gioiello ellenistico. Nel cuore del centro storico di Napoli, lungo il Decumano del Mare, una piazza si apre sotto le mura dell’Università Oriantale. E’ Largo San Giovanni Maggiore, anche conosciuta dai più come “la piazza del Kestè”. Il soprannome non è casuale. Tutto nasce infatti dall’idea di un uomo, commerciante sulla carta ma, in realtà, molto di più.
Il suo nome è Fabrizio Caliendo, classe 1974, ideatore del marchio Kestè, valoroso combattente (il racket italiano ne sa qualcosa), uomo dalle grandi vedute, rivoluzionario d’altri tempi. A lui va il merito di essere la mente di un progetto dalle grandi aspettative, che ha avuto inizio nel lontano 1997 quando, contro ogni presagio e logica imprenditoriale, il nostro paladino diede vita alla realtà sopracitata.
Attenzione però a definirla un’organizzazione improvvisata. Una ben solida consapevolezza dei ruoli, infatti, è il segreto del successo di tale prototipo. Per analizzare il tutto è bene stendere un breve elenco di date e nozioni in merito:
- 1997: nasce il Kestè, con la prima sede a Pozzuoli. Il fondatore è Fabrizio Caliendo.
- 2002: l’omonima realtà bissa nella già citata piazza San Giovanni Maggiore di Napoli, diventando in poco tempo uno dei punti cardine della movida cittadina.
- 2004: nasce l’associazione “Arteteka”, movimento d’opinione, cuore pulsante del cosiddetto “Decumano del mare”. Tale realtà raccoglie le “forze produttive” che permettono alla piazza di sopravvivere. Esse sono rappresentate da studenti, artisti, commercianti, politici (di buona volontà), cittadini.
- Nel frattempo, nasce “ Dolce movida”, l’unione dei commercianti della zona.
- 2009: il Comune di Napoli e la II Municipalità firmano il primo protocollo d’intesa e affidano Largo San Giovanni Maggiore all’associazione “Arteteka” per il lavoro svolto ed i risultati ottenuti.
Il prototipo di “Piazza (R)esistente”, così, si colloca nella realtà di Napoli come un’energia alternativa, di quelle che non inquinano e che fanno sperare. Esempio di partecipazione cittadina volta alla gestione dello spazio pubblico, il progetto continua a lavorare in maniera semplice, silenzioso ma costante.
Il prossimo 22 Aprile, a Largo Banchi Nuovi e Largo San Giovanni Maggiore, sarà allestito l’appuntamento del “Centro di gravità permanente”, vera e propria apoteosi dello splendore di tutto quel che è stato coltivato in questi anni. Concerti, mercati dell’arte, artigianato, movida sana e genuina, per le strade di un centro storico e di una Napoli che non vuole abbassare la testa.