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Dopo il furto nella tomba di don Diana, Casal di Principe mantiene la memoria del prete anticamorra: “Onoriamo un uomo che ha dato tanto”

"Per amore del mio popolo non tacerò"

foto di Veronica Papa
di Ilaria Giugni

CASAL DI PRINCIPE (CASERTA) – Questa mattina all’interno dei cancelli del cimitero di Casal di Principe veniva rinvenuto il “follaro d’oro”, trafugato nella notte fra il 18 e il 19 aprile.
La moneta capuana appena ritrovata, però, finisce per essere un inutile doppione: ieri mattina, infatti, Casal di Principe si riprendeva la memoria di Don Peppe Diana, a seguito dei fatti incresciosi avvenuti nella notte fra il 18 e il 19 aprile scorso.
Appena qualche giorno fa, infatti, veniva rubato il “follaro d’oro”, un riconoscimento donato da Don Luigi Ciotti per adornare la cappella del prete anticamorra.
Nella stessa notte, avveniva anche il trafugamento di due pissidi dalla Chiesa di San Nicola di Bari, la parrocchia che era stata la casa di Don Diana e dove era stato assassinato dai clan il 19 marzo del ‘94.
Il cimitero di Casal di Principe ha aperto i cancelli alla cittadinanza per riporre il follaro al suo posto, cancellando così il vile gesto compiuto da ignoti.
Dinnanzi alla cappella della famiglia Diana, a stringersi attorno ai fratelli di Don Peppe, c’erano le istituzioni, le associazioni presenti sul territorio (Associazione Masslo, Nero e Non Solo, Legambiente, Agesci, Libera Campania) e scolaresche provenienti da Andria e Piscinola.
Il procuratore Cafiero de Raho è intervenuto a testimonianza dell’importanza della figura di Don Peppe Diana: ”Parlava di camorra, quando la parola “camorra” non veniva nemmeno pronunciata. Oggi siamo ad onorare un uomo che è morto per aver dato tanto”.
Prima che il Prefetto riconsegnasse il follaro ad Emilio, fratello di don Peppe, don Tonino Palmese ha invocato una nuova primavera per Casal di Principe, dando voce alla voglia di rinnovamento degli esponenti dell’associazioni e della società civile.
Il senso della giornata, infatti, non era quello di leccarsi le ferite in silenzio, ma di reagire ad alta voce all’arroganza di chi vuole distruggere anche il ricordo delle vittime innocenti della criminalità.
Per la Terra campana Don Peppino è simbolo di coraggio e di resistenza, ed oggi più che mai c’è bisogno di riappropriarsi della sua memoria.
Nel Natale del ’91 aveva invitato i suoi concittadini a non piegarsi per paura della violenza, a non lasciare che il potere dei clan crescesse proporzionalmente al loro timore.
Nonostante siano passati quasi vent’anni dalla morte di Don Peppe, le sue parole non sembrano essere avvizzite, ma germogliate nelle esperienze di ciascuno, così diverse e così unite dal senso di legalità e dall’attaccamento viscerale alla propria Terra.
Da Casal di Principe un unico messaggio: per dirlo con le stesse parole di Don Peppe, per amore del nostro popolo non taceremo.