di Riccardo Pulcini
“Wille zur Macht”
(Volontà di potenza, F. Nietzsche)
Archibald: Questa tua teoria sull’immaginazione mi piace, Richard caro, ma devo ammettere che la trovo estremamente inadatta per la società in cui viviamo.
Richard: Ma infatti è estremamente inadatta, ed è proprio per questo che può fungere allo scopo.
Archibald: Quale scopo?
Richard: Quello di rieducare gli uomini all’immaginazione.
Archibald: Parli di ri-educazione, Richard caro, perché vi era un tempo in cui gli uomini erano da considerarsi educati all’immaginazione?
Richard: Assolutamente sì, amico mio. Gli uomini non solo erano educati all’immaginazione, ma anche educati dall’immaginazione. Spesso l’uomo crede di guidarsi e invece è guidato; e mentre con la mente tende ad una meta, il cuore insensibilmente lo trascina verso un’altra. Vi era un tempo in cui gli uomini non si soffermavano sulla materia, se non come varco aperto su mondi superiori o ulteriori. Vi era un tempo in cui gli uomini avevano il coraggio di immaginare idee, di creare idee. Oggigiorno pare invece che le idee abbiano smesso di essere procreate, e che abbiano deciso di lasciarsi sfruttare come prostitute qualunque. Ma, a dire il vero, nobile amico mio, non sono solo gli uomini a servirsi dell’immaginazione, ma piuttosto questa a servirsi degli uomini. L’immaginazione corrisponde ad uno spirito che permea il fondo di tutte le cose, di tutti gli esseri viventi, di ogni anima persa o ritrovata, dell’acqua e del vento, delle stelle e dell’universo: la trascendenza. Ogni cosa possiede un riscatto nobile, un risvolto ideale, un’essenza superiore a cui anela perpetuamente. L’immaginazione spinge tutte le cose ad essere quelle che realmente sono. Spinge gli uomini a diventare ciò che in realtà sono. Spinge l’universo a creare vita ed a perpetuarla nei secoli. Spinge un’idea a vivere a discapito del tempo. Un’idea, Archie. E’ veramente questo il dono più grande che ci ha fatto l’immaginazione: la potenza di un’idea. Perché un uomo che partorisce un’idea affida all’idea stessa una parte del suo spirito. E quando l’uomo non sarà più in questo Mondo, sarà l’idea che ha partorito, l’idea che ha creato, l’idea che ha immaginato, ad essere per lui e lui soltanto. Se l’essere umano ha la possibilità di vincere il tempo, la materia, la morte in vita, ebbene quella possibilità è la potenza di un’idea.
Archibald: Comprendo bene ciò che dici riguardo l’idea e la potenza che essa cela, ma non ho invece ben inteso il tuo concetto di trascendenza.
Richard: Per gli illuministi del secolo decimo ottavo ciò che riusciva a nobilitare qualunque cosa era la ragione, giusto?
Archibald: Sì.
Richard: Ebbene, ciò che invece io credo possa nobilitare, elevare veramente qualsiasi cosa verso il pieno compimento di se stessa è la trascendenza. E’ lo spirito che abita il cuore di tutte le cose e che da dentro le guida, le conduce verso se stesse. Non è dissimile alla poesia, anch’essa è presente in ogni cosa, ed ha il compito di rendere ogni cosa bella, estetica, artistica. Comprendi, amico mio?
Archibald: Comprendo, Richard caro, comprendo.
Richard: A proposito della potenza di un’idea o di un pensiero, mi è venuta in mente una poesia che ho composto poco tempo fa a tal proposito.
Archibald: Beh, leggimela! Che aspetti?
Richard: Subito, Archie caro.
La potenza di un pensiero
Spingo oltre me stesso.
Trapasso da parte a parte.
Indosso l’ennesima maschera
per la parte che mi sono procurato.
Faccio saltare in aria la Realtà
con la potenza di un pensiero.
Spingo oltre me stesso.
Piazzo la bomba nel cuore della Realtà,
accendo la miccia.
Ecco lo scoppio:
Sale in Cielo il miasma di polveri e resti di sogni,
volteggiando in una spirale
che ha la presunzione d’essere eterna.
Lentamente l’aria si rifà cristallina.
Ecco cosa resta della Realtà:
la potenza di un pensiero.