di Ilaria Giugni
Edito da pochi mesi “Italian Shorts” (Caracò Editore- 12 euro): dodici scrittori emergenti (De Marco, Agostini, Vascello, Savani, Jurisic, Parisi, Lo Monaco, Scarpati, Grimaldi, Italiano, Bottalico, Oliva) per una narrazione del nostro paese in medias res, decisamente insufficienti le pagine di un racconto per dilazionare la storia in perifrasi.
Ad essere descritta è un’Italia alla rovescia, nella quale l’idilliaco quadretto familiare va in pezzi all’Ikea (Umberto De Marco – “Una mattina all’Ikea”), in cui la precarietà lavorativa si traduce in un rapporto d’amore anch’esso sul filo del rasoio (Rita Parisi – “A mezz’aria”).
Nel Belpaese di “Italian Shorts” vige ormai una videocrazia, non c’è posto che per i sorrisi finti e gli zigomi troppo tirati, figurarsi per gli ultimi degli ultimi, gli africani di Rosarno.
Fabio Rocco Oliva ne racconta la fuga, utilizzando una grammatica non convenzionale, perché – spiega l’autore – era giusto mettere in pericolo la lingua per figurare la situazione di pericolo affrontata durante il cammino concitato.
Questo è solo un assaggio della raccolta: “Italian Shorts” tiene insieme una varietà composita di stili, strutture e temi.
A credere nei racconti di scrittori ancora poco noti è Caracò, casa editrice nata solo nel settembre scorso. Questo investimento la dice lunga sugli obiettivi del progetto: a fare da fondamenta al percorso di Caracò, già quattro collane all’attivo, è una profonda fiducia in un nuovo modo di fare editoria, che sia ecosostenibile e che riesce a sfuggire alle logiche del profitto per il profitto.
E’ disarmante la scelta di parole come “etica” e “passione” per indicare le linee guida del progetto: è segno di voler improntare la propria attività ad una finalità nobile, quella di diffondere valori civili e di voler formare un’opinione.
Per farlo è necessario non speculare sulla voglia di emergere dei giovani talenti: per questo, Caracò investe negli autori in cui crede, facendo di ogni libro venduto un tassello per quello pubblicato l’indomani.
Allo stesso modo occorre rivoluzionare il rapporto con il lettore e le logiche della distribuzione tradizionale. La neonata casa editrice si propone di farlo rivalutando il ruolo delle librerie di quartiere, perché tornino ad essere punto di incontro e di dibattito, e sfruttando le potenzialità del web, veicolo fondamentale per la circolazione delle idee.
Fra qualche giorno una nuova tappa del percorso di Caracò: esce il 23 maggio, data in cui ricorre il ventennale della morte di Giovanni Falcone, “Dove eravamo”. Salvatore Borsellino, Maria Falcone, Salvo Vitale, Pino Maniaci, Nando Dalla Chiesa ed altri raccontano come hanno vissuto quel giorno così violento e disorientante.
Caracò, dal napoletano arcaico, chiocciola. Perché si può puntare “a creare qualcosa di profondamente antico come un libro, ma a farlo in maniera nuova, moderna, libera”.