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19. Rutherford Birchard Hayes, il conservatore

Rutherford Birchard Hayes, repubblicano (presidente dal 1877 al 1881)

di Gianmarco Botti

“È una grande invenzione, ma chi potrebbe averne bisogno?”
(Alla dimostrazione di Alexander G. Bell sull’uso del telefono)

Lo spettro degli scandali che avevano dominato gli anni di Grant alla Casa Bianca stese la sua ombra inquietante anche sulle elezioni del 1876. I Repubblicani, decisi a chiudere con il passato, candidarono Rutherford Birchard Hayes, integerrimo governatore dell’Ohio, uno dei pochi politici in vista scampati all’ondata di accuse che aveva travolto il partito. La scelta di una figura di provata moralità non impedì tuttavia che, in un sistema che restava marcio al suo interno, quella tornata elettorale si trasformasse in una delle più controverse di sempre. Numerosi brogli elettorali e intimidazioni, di cui si resero responsabili tanto i Repubblicani quanto i Democratici, portarono ad una crisi politica che rischiava di lasciare gli Stati Uniti senza presidente: il voto popolare pareva assegnare la vittoria al democratico Samuel J. Tilden, ma il conteggio dei delegati restava incerto, a causa della dubbia validità dei voti di tre stati del sud, South Carolina, Florida e Louisiana. Per superare lo stallo, in Congresso si procedette ad un accordo sottobanco con il quale i Democratici conservatori davano il loro assenso all’elezione di Hayes e in cambio i Repubblicani si impegnavano a ritirare le ultime truppe federali dal Sud. E compromesso fu: Hayes ottenne i voti necessari e uno dei suoi primi provvedimenti da presidente fu il ritiro dell’esercito dal Sud. La tormentata fase della Ricostruzione si chiudeva, ma solo formalmente, giacché il 1877 non segnò affatto un’avvenuta riconciliazione nazionale, bensì soltanto la fine del controllo militare di una parte del Paese sull’altra. A farne le spese fu ancora una volta la popolazione di colore, abbandonata a se stessa ed esposta, adesso senza alcuna difesa, alle discriminazioni di una società che non aveva mai smesso di essere razzista. Ma rispettare gli impegni presi con il Sud era, per un uomo all’antica come Hayes, una questione d’onore e soprattutto l’unico modo che egli vedeva per meritare il consenso che l’aveva portato alla Casa Bianca. Nonostante tutti i tentativi di accrescere la propria popolarità, in un tempo in cui la politica aveva perso ogni credibilità per i ripetuti scandali che l’avevano colpita, ad Hayes fu sovente contestato il diritto alla presidenza e gli fu perfino affibbiato il soprannome “Sua Fraudolenza”. Un vero scherzo della sorte per un presidente che nel suo discorso inaugurale aveva promesso una riforma “totale, radicale e completa” della pubblica amministrazione in senso meritocratico, per porre fine alla stagione di clientelismo e regalie del suo predecessore Grant. Una tale riforma Hayes non riuscì mai ad attuarla del tutto, ma dovette lottare duramente contro un’opposizione interna al suo partito e alla fine giungere ad una mediazione con i sostenitori dello spoils system, il sistema di assegnazione clientelare delle cariche. Nella sua breve carriera politica era già la seconda volta che Hayes, con la sua coscienza severa e poco incline al compromesso, era costretto ad accettarne uno e il suo atteggiamento rigidamente moralistico (arrivò anche a bandire il consumo di alcol alla Casa Bianca) doveva apparire terribilmente anacronistico ai contemporanei. In effetti più di una volta il presidente diede prova di non essere in grado di capire il suo tempo e i cambiamenti in atto: ad esempio quando, per reprimere alcune rivendicazioni sindacali che avevano dato luogo ad un grande sciopero a Pittsburgh, inviò l’esercito; oppure quando, dinanzi al poderoso sviluppo tecnologico che segnò gli anni della sua presidenza, dimostrò di non comprendere le incredibili potenzialità che venivano offerte dalle nuove invenzioni. Il celebre scetticismo di Hayes sull’utilizzo del telefono ha offerto appena pochi mesi fa al presidente Obama l’occasione di lanciare un duro attacco all’opposizione repubblicana, paragonando la scarsa lungimiranza dei conservatori a quella del suo predecessore: “Una volta Hayes disse riguardo al telefono: è una bellissima invenzione, peccato però che nessuno la userà mai. Per questo motivo il suo volto non lo trovate sul Monte Rushmore. Lui guardava sempre indietro, mai avanti. Spiegava sempre perché non avremmo dovuto fare qualcosa, non perché avremmo dovuto andare avanti”.