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“Killing Them Softly”: Brad Pitt, humour e violenza pulp in un memorabile noir

di Marco Chiappetta

TRAMA: Dopo che due delinquentelli squinternati, Frankie (Scott McNairy) e Russell (Ben Mendelsohn), hanno compiuto una prolifica rapina durante una partita di poker illegale tra i massimi nomi della criminalità locale, il freddo e cinico sicario Jackie Cogan (Brad Pitt) è chiamato per stanare e uccidere chiunque sia dietro questo increscioso episodio. Meticoloso e delicato nel lavoro, Cogan troverà però in questa situazione più difficoltà del previsto, tra l’indecisione del suo mandante – un anonimo autista (Richard Jenkins) – e l’ozio dell’amico ubriacone e puttaniere Mickey (James Gandolfini) chiamato invano in aiuto, dovendo vedersela tutto da solo.
GIUDIZIO: Terzo film del neozelandese Andrew Dominik (che aveva già diretto Brad Pitt in “The Assassination Of Jesse James By The Coward Robert Ford”), “Killing Them Softly”, sulla base del romanzo di George V. Higgins, è un irresistibile noir, cupissimo e ironico, mozzafiato ed entusiasmante, estremamente pulp nella brillantezza dei dialoghi e nella messinscena rigorosa e spettacolare della violenza (che più che a Tarantino rimanda a Nicholas Winding Refn e al suo “Drive”), racconto sterile e usuale di un conto di sangue rinnovato e rinfrescato in uno stile di regia eccezionale (pieno di ralenti, uso sublime e lirico della musica, montaggio dinamico) e un’ironia feroce, che non risparmia nessuno, in linea infine con chi, come i fratelli Coen e Martin Scorsese (altre palesi influenze del regista), sostiene che l’America non sia il paese delle opportunità e della democrazia, ma il paese della violenza, paese fatto col sangue e che altro non conosce appunto che sangue, potere e denaro. “L’America è un business” dice Brad Pitt mentre alla tv Obama fa il suo primo discorso da presidente. Dietro il sogno americano, l’illusione del cambiamento, c’è sempre e solo il male di un’intera società nient’affatto unita, di individui soli ed egoisti che devono guardare a se stessi, al loro tornaconto, e il fine giustifica i mezzi sempre. Enorme Brad Pitt, come al solito. La presenza nel cast di star semidimenticate come James Gandolfini (“I Soprano”) e Ray Liotta (“Quei bravi ragazzi”) è una frecciatina cinefila del regista, così com’è certo che abbia visto e amato “Gomorra”. È destinato a diventare un cult.
VOTO: 4/5

Il cast e il regista di "Killing Them Softly" a Cannes. Da sinistra: Ray Liotta, Brad Pitt, Andrew Dominik, Ben Mendelsohn e Scott McNairy