“Il domatore di farfalle”
Chiesero un giorno
al domatore di farfalle,
che ammaestrava le sue creature,
con impareggiabile fermezza
ed eleganza:
“Perché tu domi le farfalle?”
Al ché egli rispose,
con ineffabile naturalezza:
“Io non domo le farfalle,
Io domo la bellezza.”
La luce di quella giornata primaverile lentamente sfioriva, mentre facevano il loro ingresso nella volta celeste, stelle abitanti l’universo da una quantità di tempo che si estendeva in profondità, fino a rasentare l’eterno. Alba e crepuscolo, sono in fondo uno lo specchio dell’altra. Le belle di notte si preparavano con cura, in modo da aprirsi tutte insieme, per accompagnare il sole laggiù, in fondo, oltre il mare. Gli spettacoli della natura non avvengono mai senza motivo. Non sono mai stati un caso, né mai lo saranno. E le ultime farfalle compivano evoluzioni aeree dal ritmo mistico e catartico, sottomettendo l’aria al proprio servizio, soggiogandola secondo il proprio volere. Così belle, eppure così fragili. Si libravano in volo, consapevoli del fatto che erano loro il vero spettacolo, loro la Bellezza, loro l’Arte. Creature così inermi, da non poter essere domate.
Archibald: Che spettacolo, amico mio. Questo Mondo è davvero un capolavoro.
Richard: Lo spettacolo è dentro di noi.
Archibald: A volte sai essere assai pesante! Dovresti godere delle cose per come vengono, senza doverti chiedere perennemente il perché o il per come. Le cose accadono, punto. Niente di più e niente di meno. Noi siamo solo una di quelle tante cose che accadono, tutto qui.
Richard: Tutto qui? Accadere è un miracolo. Ed avere coscienza di star accadendo, di essere in divenire, quello, amico mio, significa vivere. Se sentire non ha valore, se conoscere non ha valore, se vivere non ha valore, beh, allora non ha valore nemmeno il cielo, né la terra, né il mare, né la tua immaginazione.
Archibald: Ma io non dico questo, Richard caro. Dico semplicemente che ogni tanto alcune cose hanno il pregio di non dover essere analizzate, non architettate né tantomeno capite.
Richard: Le cose semplici sono sempre le più problematiche.
Archibald: Come sarebbe?
Richard: Sarebbe che preferisco le cose complicate. Le cose complicate hanno una sola soluzione, quella giusta. Le cose semplici, hanno miriadi di possibili soluzioni esatte. Per non parlare di quelle sbagliate.
Archibald: Ma le cose semplici non sono mai semplici, sono sempre le più complicate. Sono semplici solo in apparenza.
Richard: Allora tutto è complicato, mi pare.
Archibald: No, tutto è insieme complicato e semplice. Ma forse e più probabilmente, abbiamo solo esagerato con il tuo vino.
Richard: Concordo, amico mio. Ma esagerare è così bello, a volte non resisto alla tentazione.
Archibald: Di esagerare?
Richard: Proprio così.
Archibald: Io non resisto a nessuna tentazione, invece, Richard caro!
Richard: Sarai sicuramente tra i preferiti del diavolo, immagino.
Archibald: Può essere.
Richard: Ma, come già ti ho detto, che c’importa? In fondo noi vogliamo solo godere di cose belle. E’ forse un crimine amare il Bello?
Archibald: Non in questo Mondo.
Richard: Né in nessun altro, immagino.
Archibald: Immagini?
Richard: Ah! Burlone amico mio! Certo che immagino! Lo faccio costantemente.
Archibald: Evidentemente è così, ma mi piace stuzzicarti di tanto in tanto.
Richard: Noto.
Archibald: Suppongo che la nostra lunga e amena discussione stia per giungere al termine ma, prima di abbandonarti e far ritorno alla mia dimora, ho da chiederti un’ultima cosa.
Richard: Chiedi pure.
Archibald: Dunque, mi chiedo, mio saggio amico, se la Bellezza possa essere domata. A starti a sentire, i sentimenti, le emozioni, le passioni,le paure, sono tutte cose che possono essere domate, sfruttate, piegate. Ma la Bellezza?
Richard: La tua domanda mi sembra assai interessante ed è quindi mio dovere, e piacere, risponderti nel modo più interessante possibile. A cose belle corrispondono cose belle.
Archibald: Ti ascolto.
Richard: Le vedi quelle farfalle che si involano attraverso la campagna in questi ultimi tempi di primavera? Quelle che or ora si stanno posando su quegli asfodeli, laggiù, in lontananza, ma neppure troppo? Dico, le vedi?
Archibald: Sì che le vedo Richard, sono pur sempre tuo coetaneo, quando avrò bisogno degli occhiali sarai certamente il primo a saperlo.
Richard: Dal momento che le vedi, allora ti dico che la Bellezza è esattamente uguale a quelle farfalle.
Archibald: In che senso?
Richard: Nel senso che domarle è maledettamente difficile: se le tieni strette, muoiono, se le lasci libere, scappano. E le loro piccole vite durano talvolta solo poche ore. L’unica cosa che si può fare è guardarle vivere quel poco tempo che hanno a disposizione e godere della loro Bellezza.
Archibald: Quindi la Bellezza non può essere domata?
Richard: Archie caro, l’unico modo per domare la Bellezza, è lasciarsi domare da essa; in questo modo lo schiavo diviene padrone del padrone e quest’ultimo schiavo dello schiavo. Cosa c’è di migliore di un domatore di farfalle? Egli invero doma perché è lui a decidere di godere della loro Bellezza. Il domatore di farfalle, è veramente lui il più potente fra tutti gli artisti, colui che capì che la Bellezza è creatura assai fragile, che non può essere domata come un giocoliere doma il leone nell’arena circense, che dura non più di un attimo, dura il tempo di ciò che è Bello e poi sparisce. Il domatore di farfalle ha domato la Bellezza, così come Dio ha domato l’universo.
Archibald: Il domatore di farfalle?
Richard: Sì Archibald, il domatore di farfalle.
Archibald: Ebbene, amico mio, mi hai convinto.
Richard: Ciò che importa è che per te sia stata una conversazione interessante, ciò che è noioso uccide ciò che è Bello. Non come ciò che è triste: la giusta dose di tristezza può rendere bella anche la più orrenda delle cose.
Archibald: Come ti pare, Richard. Ho imparato davvero tante cose. Ho capito che l’uomo ha in sé poteri incredibili, di cui non si rende minimamente conto. Ho capito che l’immaginazione eleva l’uomo a Dio. E che Dio è il primo fra tutti gli artisti, fra tutti i poeti. Che un buon artista non si cura della morale, dell’etica o della verità: si cura solo ed unicamente di ciò che è bello. Che il tempo è questione di immaginazione. Che mentire è strumento dell’artista. Che noi siamo l’Arte di Dio. Che l’educazione all’immaginazione inizia nel profondo di ogni uomo e termina nel vivere la vita che si ha immaginato.
Richard: Hai imparato tante belle e nobili cose amico mio. Sei stato valente difensore delle tue idee, e critico delle mie. Compagno di vino e musica. Ma la cosa più importante di tutte, è capire, alla fine, che l’immaginazione è potente, amico mio, estremamente potente. E’ così potente, che tutta la bella e nobile conversazione che abbiamo appena avuto, io e te, caro Archibald, potrei averla tranquillamente immaginata.