Esordio tutt’altro che facile, quello che attende gli azzurri domenica (ore 18) a Danzica. Il cartellone del Girone C dice Spagna – Italia.
Il team guidato da Del Bosque, nato a Salamanca alla fine del 1950, è campione in carica della competizione continentale per nazionali.
Forte di un pronostico da sicura finalista del torneo, la roja vanta in formazione talenti tra i più grandi dell’intero panorama calcistico mondiale: facile fare i nomi dei veterani Casillas, Ramos, Xavi, Iniesta, Ramos. Facile credere che tanti giovani rampolli in rampa di lancio possano fare definitivamente il salto di qualità, come Alba, Silva, Llorente.
Il c.t., che ricorda bonariamente il sergente Garcia in Zorro, dovrebbe affidarsi al collaudato 4-3–3, capace tra l’altro di strappare la vittoria nella precedente edizione dei Mondiali.
Come sempre, folta è la presenza di giocatori appartenenti ai due team che hanno dominato la Liga a suon di punti: ben dodici, cinque provenienti dal Real di matrice Mourinhana e sette appartenenti al Barça dei miracoli. Due sono i rappresentanti, a testa, per il Siviglia e l’Athletic di Bilbao. Uno per Atletico Madrid, Malaga e Valencia. Quattro sono gli “stranieri”, provenienti tutti dalla Premier inglese.
Privata dell’esperienza del pluridecorato Puyol e della vivacità e concretezza del bomber Villa, la formazione iberica è l’unica, nella competizione, a dare l’impressione di praticare un gioco corale efficace. Giusta distanza tra i reparti, inserimenti a pennello delle ali e dei centrocampisti per assicurarsi la possibilità di non offrire punti di riferimento agli avversari.
Il commissario tecnico, già nominato, Vicente del Bosque detiene ad interim con Marcello Lippi il record per aver vinto il Mondiale sia per club che per nazionali. Sessantuno anni, guida il team dal 2008, ed il suo nome verrà sicuramente riportato negli annali del calcio per essere stato il primo allenatore capace di conquistare un titolo mondiale con la sua squadra, appunto nel 2010, con gol di Iniesta, ai danni dell’Olanda.
E’ stato eletto commissario tecnico dell’anno nel 2009 e nel 2010.
Il giocatore più pericoloso dell’intera selezione, a detta dei più, è Andres Iniesta.
Nato a Fuentealbilla nell’84, la stella nata, cresciuta ed affermatasi nel Barça, capace di mettere a segno in 269 partite 27 reti col suo team ed in 64 presenze 11 goal con la maglia della sua nazionale, è il vero fulcro della sua squadra. Spola tra centrocampo e attacco, il giocatore, privo tra l’altro di un fisico imponente (è alto 170 cm per 65 kg, ndr) abbina una tecnica cristallina e mai futile ad una rapidità di esecuzione fuori dal comune. Abilissimo palla al piede, è dotato di una freddezza da killer sotto porta. Allo stesso tempo, fa dell’altruismo in campo una delle sue armi migliori.
Prevedibilmente, la scena sarà anche dei sempreverdi Xavi e Xabi Alonso, veri geometri a centrocampo. Giocatori con una visione d’insieme fuori dal comune, capaci di disegnare col pallone traiettorie imprevedibili.
Allo stesso tempo, non si può sottovalutare il talento folle di David Silva. Pur giovane, il trequartista spagnolo classe ’86, già vincitore dell’Europeo e del Mondiale con la sua nazionale, non si è mai imposto come vero trascinatore della roja. Giocatore dalla classe infinita, mancino, 170 cm per 67 kg, rapidissimo, quasi inarrestabile palla al piede, dotato di gran tiro dalla lunga distanza e abilità nei cross, fa della discontinuità il suo punto debole.
Altro giovane, anagraficamente parlando, ma già veterano del mondo pallonaro, che punta ad essere elemento cardine delle furie rosse è Cesc Fabregas.
Il campanello d’allarme per l’Europa intera è già suonato.