A Varsavia, la nazionale azzurra targata Cesare Prandelli è riuscita laddove molti la davano per spacciata. In quella che per molti è stata la vera finale dell’Europeo, gli italiani danno dimostrazione di una maestosa lezione di calcio ai tedeschi.
La squadra di Low, considerata il vero panzer del torneo, rimane annichilita dal sistema di gioco adottato dall’undici azzurro.
Nonostante le quarantotto ore di riposo in meno rispetto ai rivali, gli italiani hanno tenuto egregiamente il campo. Formazione obbligata per il commissario tecnico Prandelli: Buffon tra i pali, corsie laterali inedite per il settore difensivo, da sinistra verso destra Chiellini Barzagli Bonucci Balzaretti, i tre di centrocampo De Rossi Pirlo Marchisio, col primo recuperato in extremis, Montolivo ad agire dietro le due punte Cassano Balotelli.
Per i tedeschi guidati da Low poche sorprese dell’ultim’ora. Marco Reus rileva Muller sulla corsia esterna destra, per il resto formazione invariata: Neuer a difendere i pali, Lahm Badstuber Hummels Boateng, Khedira e capitan Schweinsteiger dighe di centrocampo, Podolski Ozil e Reus appunto formano i tre alti di centrocampo, e Mario Gomez unico punto di riferimento in avanti.
Dopo pochi minuti brividi per gli azzurri, con Pirlo che salva sulla linea su azione da calcio d’angolo. La partita è concitata, veloce, quasi aggressiva. Le occasioni non mancano da entrambe le parti, e infatti, al 20’, Cassano fa fuori sulla sinistra due avversari, serve al centro un cross delizioso col mancino che Mario Balotelli sfrutta nel migliore dei modi, erigendosi su Mats Hummels e spiazzando Neuer, per l’ 1–0 azzurro.
Sterile la reazione tedesca, tanto che al 35’ Montolivo pesca con un perfetto lancio un Balotelli in linea con l’ultimo difensore, che, con precisione chirurgica e rabbia, scaraventa il pallone nel sette alla destra di un gelato Neuer con un collo esterno. E’ 2- , e la partita non vivrà di altre intense emozioni fino al fischio finale del primo tempo.
Il secondo tempo è scena di un solo protagonista in campo: il team azzurro. Il quale, però, pecca di generosità, andando a mancare l’appuntamento col goal capace di concludere anzitempo i giochi. I tedeschi, più per demeriti degli avversari che per meriti propri, dunque, riescono a rimanere in partita fino all’ultimo minuto. Gli errori sotto porta fioccano, tanto da un lato quanto dall’altro, e al 90’ sembra arrivare la beffa per gli italiani: Balzaretti aggancia in area di rigore il pallone col braccio per tentare un rinvio. Il signor Larroy, francese, non ha dubbi: è rigore. Dal dischetto si presenta Mesut Ozil, fino ad allora costretto a tentare giocate improbabili e partite palla al piede dal vertice basso di centrocampo. Col mancino, il turco naturalizzato tedesco batte Buffon e per tre minuti e mezzo è sofferenza Italia.
Oltre il 4’ di recupero, il direttore di gara decreta la fine delle ostilità, e per gli azzurri è finale europea che mancava da 2000, nell’edizione tenutasi in Belgio e Paesi Bassi, occasione nella quale gli azzurri vennero beffati dalla Francia dei vari Trezeguet, Henry, Zidane, Wiltord nei tempi supplementari, proprio dal franco argentino della Juventus, autore della rete del definitivo 2–1.
La finale, che si disputerà domenica 1 Luglio a Kiev, vedrà opposte l’Italia e la Spagna, le due nazioni già avversarie nel girone C dello stesso torneo. I due team disputarono, infatti, la partita inaugurale del gruppo, ed il risultato fu allora fissato sull’ 1–1, dalle reti di Antonio Di Natale e Cesc Fabregas.
Il commento di colui che ha deciso la partita a suon di goal, Mario Balotelli, si può sintetizzare in questo pensiero: “La serata più bella della mia vita”. Lui che non esulta mai, lui che aveva promesso che lo avrebbe fatto solo quando avrebbe segnato in una finale Mondiale, si accontenta di una semifinale europea, dedicando a fine partita i due goal alla mamma, presente allo stadio con altri amici del goleador.
Ma c’è anche spazio per le recriminazioni. E’ un Buffon al veleno quello che lascia il campo di gioco, masticando parole amare tra sé. Spiegherà a fine partita il motivo: “Non dovevamo soffrire negli ultimi cinque minuti, quando si può è meglio vincere facile”. Protagonista quasi quanto Balotelli, il capitano degli azzurri non a torto esprime disappunto per la mancata concretezza sotto porta dei suoi, che alla lunga poteva costare la beffa.
Per i tedeschi, a parlare è il c.t. Joachim Low, possibile dimissionario dopo i fallimenti con la nazionale nelle due competizioni finora disputate, quella mondiale nel 2010 e quella europea per lui appena conclusasi: “L’Italia ha due grandi attaccanti, Balotelli e Cassano e un grande centrocampista, Pirlo. È una grande squadra e ha meritato la vittoria”. Trasparente, Low ammette che gli azzurri hanno meritato la finale. “Ci hanno punito gli errori – dice il tecnico – e contro una squadra di classe come l’Italia non c’è stato niente da fare. Sapevamo della bravura di Balotelli, ma ci ha punito anche lui con due gol. Noi, nonostante la sconfitta, guardiamo al futuro con fiducia perché la nostra è una squadra giovane”.
Kiev attende gli azzurri, che giunti a questo punto non possono più nascondersi. Il titolo è alla loro portata.
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