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Napoli, XI edizione de “La Notte della Tammorra”: festival di musica e cultura popolare

di Tommaso Primo

In ogni cultura religiosa che si rispetti è possibile trovare figure emblematiche tra loro simili.
Fin dall’inizio della sua storia, infatti, l’essere umano è sempre stato dedito nell’associare, al fenomeno naturale di turno, una divinità d’attribuzione.
Se dovessimo fare un’analisi teologica delle figure sovrannaturali che hanno “affollato” il culto umano, noteremo infatti delle “assonanze”. L’immagine della divinità femminile su tutte.
Dai Pelasgi ai Greci, dai Romani politeisti ai Cristiani, il culto della “donna” sembra essere un rituale ricorrente.
Una vecchia leggenda, infatti, narra che fra “Il Sole e la Luna” vi fosse un popolo devoto a quella che nell’antichità fu Gea, in seguito Minerva, ancor dopo Atena. Una sorta di “Grande Madre” che con il ritmo del suo tamburo garantiva il moto circolare dell’Universo. Tale popolazione, peró, sapendo che se il tutto fosse terminato la vita si sarebbe estinta, decise di aiutare e spronare la somma divinità nel suo intento danzando e suonando con essa.
L’essenza di questa storia perdurerà nel tempo fino ad arrivare ai giorni nostri, incastonata nell’inconscio di popoli mediterranei, tramandata dagli avi ai posteri, passando di tradizione in tradizione fino ad arrivare alla gente di quella metafisica città che risponde al nome di Napoli.
Il 13 e il 14 luglio, la città di Partenope sarà protagonista di due grandi concerti che si terranno a Piazza Mercato per la rassegna “La Notte della Tammorra”, giunta alla sua undicesima edizione e che vanta la direzione artistica del maestro Carlo Faiello.
Si proporranno Tarantelle e Moresche, Tammurriate e Pizziche tarantate, saltarelli e canti a distesa, dando inoltre spazio alle inedite forme sonore di giovani musicisti che, utilizzando gli archetipi dell’arte popolare, offrono nuovi spunti per la musica contemporanea.
Fra gli artisti che prenderanno parte alla manifestazione, spiccano i nomi di Giovanni Mauriello, Patrizia Spinosi, Antonella Morea, Enzo Amato, il rapper percussionista napoletano Ciccio Merolla e il cantautore Enzo Gragnaniello.
Per due notti Napoli vivrà con la consapevolezza di dover aiutare la nostra madre Terra nella sua danza, accompagnata dal suono del tamburo da ella stessa “tuculiato”, con la speranza e la preghiera che possa continuare in eterno.