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L’ammissione degli sbagli

di Mattia Papa

Astraendoci un momento dall’ingombrante presenza del nostro ego nella nostra vita, proviamo a rivolgere lo sguardo all’influenza che gli altri uomini – ognuno con la propria esperienza, con le proprie azioni, con i propri sentimenti – hanno nella nostra esistenza. Ogni minimo gesto muta l’immediato (così come il lontano) futuro di ogni singola individualità agente nel nostro stesso tempo; quel particolarissimo percorso (quale il nostro è, in quanto individui) che si inserisce nel contesto politico, sociale ed economico in cui viviamo – e che noi comunemente usiamo chiamare ego, in maniera tutt’altro che modesta – si interseca con le diversissime vite che popolano il nostro tempo. Ma molto di più ancora, è proprio da queste che esso si viene a formare, nell’acquisizione di consapevolezza dei diversi fronti che la realtà ci pone davanti.
Ci sembrerà così meno paradossale – o forse finalmente chiaro – come l’accusa di colpevolezza nel processo riguardo il degrado che ingombra le nazioni di tutto il mondo, ci coinvolga. Immaginando lo sfondo su cui si animano le interrelazioni che comportano il costituirsi della società civile – che sia questa considerata da un punto di vista globale o strettamente ridimensionato nell’ambito della piccola amministrazione cittadina – non possiamo esimerci da un mea culpa generale. Il problema politico allora non può che riguardarci tutti in prima persona, ritrovando le sue irrisolte questioni nella inconsistenza della nostra virtù politica odierna. La domanda muta quasi automaticamente il suo codice genetico, passando da politica a morale, quale necessaria mutazione che sussiste tra i due ambiti.
Ma la morale di chi? Di ogni singola persona ovviamente, per quanto detto finora. Nel momento della maggiore età (accompagnato da una autorizzata cittadinanza) si ha anche la possibilità, poi, di incidere “direttamente” attraverso il voto nell’attività politica nazionale. Quel giorno tanto agognato in cui si può andare a ritirare la propria tessera elettorale, sarebbe meno denso se solo si avesse la consapevolezza di quanto già negli anni precedenti la propria esistenza ha agito – nel suo piccolo – all’andamento generale. Considerando la morale dei politici, come disse una volta Woody Allen, ad un gradino più basso di chi stupra i bambini, e se noi tutti siamo politici infondo fin dalla nascita, in quale mondo degenerato viviamo? Sarebbe il momento di chiedercelo.