La stagione dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici riapre quest’anno con la stessa energia e professionalità di sempre. Nonostante i grandi inconvenienti che l’hanno visto protagonista delle maggiori pagine dei giornali italiani, non sembra che la sindrome Tafazzi – che da anni ormai colpisce la regione Campania – abbia piegato lo staff del maggiore centro di cultura nel Mezzogiorno. Dal 10 settembre, difatti, inizieranno i seminari aperti al pubblico targati IISF dell’anno accademico 2012/2013.
Ma quest’estate, per le scale di Palazzo Serra di Cassano a Monte di Dio, non c’è stata sosta per gli studiosi e intellettuali vicini a Gerardo Marotta: i corsi estivi per le scuole di alta formazioni attivati dallo stesso Istituto, infatti, hanno continuato a lavorare durante i mesi caldi dell’anno, fermandosi solo nei giorni cruciali del mese di agosto. Da Minturno a Napoli, fino a Roma e Messina. L’Istituto non si è fermato un attimo, proponendo una diffusione della cultura sempre maggiore in tutta Italia e continuando a muovere tra i maggiori intellettuali del mondo.
L’anno accademico dell’Istituto inizia, così, con Piero Di Vona, che terrà dal 10 al 12 settembre un seminario intitolato “L’universalità di Spinoza”. Partendo da un’analisi del ‘600 in generale, il professore dell’Università Federico II di Napoli tenterà di armonizzare il pensiero del filosofo olandese dimostrandone la grande carica innovativa, e cercando di firmarlo come l’unico filosofo che – secondo lui – è riuscito a rappresentare l’universalità della modernità.
Neanche il tempo di prendere fiato che anche il segretario dell’Istituto, il prof. Antonio Gargano, propone l’inizio delle sue lezioni, indicando tre giorni in cui esporrà “Il pensiero filosofico di tre amici dell’Istituto”: il 17 si terrà una lezione su Lévinas, il 21 su Ricoeur e, infine, sarà il tempo di Derrida il 22 del corrente mese.
Nel contempo la Regione Campania continua la disputa con l’IISF, insistendo sui rendiconti e le ricevute per le spese del centro di cultura partenopeo, ritenendo che vi sia una dispersione di danaro dall’interno.
Insomma, si persevera con le bottigliate alla Tafazzi che, come sempre per la Regione, provocano evidentemente quel sottile piacere masochistico che condanna ma che dà anche i sufficienti brividi.
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