di Giacomo Palombino
Dal desiderio di concedere visibilità ad una giovane scena musicale troppo spesso presa poco in considerazione, o comunque non valorizzata sufficientemente, nasce una nuova iniziativa della rubrica musicale di “Terza Pagina”.
“È bello ciò che è nuovo” è il nuovo spazio che si pone l’obiettivo di cercare, dare spazio e recensire giovani artisti, attraverso un viaggio alla scoperta della realtà musicale napoletana, e non solo.
Pur avendo cambiato nel corso degli anni diverse formazioni musicali, gli hYdroniKa sono una rock band napoletana attiva già dal 2004 (anche se il gruppo ha un’origine ancora antecedente). La loro storia, dunque, è da inquadrare come un’esperienza artistica di un certo spessore, che li ha condotti alla consolidazione di un interessante progetto musicale e che vede oggi all’opera Alessandro Sarnataro (voce), Mario Fava (chitarrista), Filippo De Luca (basso), Ciro Esposito (tastiere) e Vincenzo Provvido (batteria). Una non indifferente visibilità gli è stata concessa da apparizioni, partecipazioni ed interviste all’interno di palinsesti e palcoscenici di rilievo, come quello di Red Ronnie, il Lennon Festival, il Motor Show, e Sanremo Rock, in qualità di rappresentanti della Campania.
A partire dal 2004, gli hYdroniKa sono stati protagonisti di un’evoluzione musicale che li ha condotti alla conquista di una maturità artistica di rilievo: dopo una collaborazione del 2006 con l’etichetta discografica VideoRadio, che produce il loro album omonimo, nel 2009 e nel 2012 realizzano rispettivamente “Attraverso” e “Essenza”. Entrambi i lavori sono progetti autoprodotti, dove la band decide di seguire la strada della home recording, cioè registrano le tracce totalmente dentro casa, ottenendo un prodotto di buon livello ad un costo basso.
Ascoltando proprio gli ultimi due lavori, si avverte una qualche mutazione o comunque la presenza di scelte compositive e sonore differenti: il primo, “Attraverso”, risulta essere un album, almeno ad un primo ascolto, più spinto, energico, sfiorando quel rock potente che ha caratterizzato (per intenderci) gli ultimi lavori di Manuel Agnelli con gli Afterhours; il secondo lavoro, “Essenza”, celebra invece l’approccio artistico più impegnato (lo si avverte in particolare nei testi), abbandonando quella sfrenatezza, talvolta spensierata, dell’esperienza precedente.
Ciò che colpisce in maniera particolare, a parte alcuni intermezzi musicali molto originali (come quello del bridge di “Semplice Vedere”, il quale avvicina il brano ad un’atmosfera psichedelica per poi introdurlo nel ritornello), è la voce del cantante Alessandro Sarnataro, classe 1982. Anche se ad un primo approccio il timbro sembra avvicinarsi a qualcosa di già sentito (quella di Renga è la voce che a tratti ricorda), in realtà nel suo modo di cantare si scopre un’impostazione che gli permette di interpretare in maniera cattiva e allo stesso tempo delicata i vari brani, rendendo il tutto originale e piacevole da ascoltare.