Home » Napoli, News, Politica » “Proiezioni allo Specchio”: la protesta costante passa attraverso il cinema. L’azione del collettivo napoletano “Lettere Precarie”

“Proiezioni allo Specchio”: la protesta costante passa attraverso il cinema. L’azione del collettivo napoletano “Lettere Precarie”

Il logo del collettivo “Lettere Precarie”

di Stefano Santos

“Lettere Precarie” è il nome di un collettivo che, il 10 Ottobre 2011, durante la mobilitazione studentesca che di lì a poco, il 15, sarebbe scesa in piazza a Roma, occupa un’aula “fantasma” della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Napoli Federico II, a Porta di Massa, per coordinare e organizzare la partecipazione degli studenti. Il proposito iniziale, infatti, è quello di mantenere l’aula fino al 15 ottobre e poi verificare l’esigenza da parte degli studenti di uno spazio gestito autonomamente, per i propri scopi.
Nasce così l’aula LP, situata a sinistra degli ascensori della scala A, piano terra.
L’occasione per entrare in contatto con questa realtà è stata la proiezione di un film, già riuscito a captare l’interesse quando comparso nella locandina degli appuntamenti, “Il Processo”, diretto e interpretato da Orson Welles, magistrale trasposizione dell’angosciante vicenda kafkiana. La proiezione è inserita nell’ambito del cineforum organizzato dal collettivo, concepito tra il marzo e l’aprile scorso e poi stabilizzatosi quest’ottobre, con appuntamenti che arrivano fino a maggio dell’anno prossimo: “Proiezioni allo Specchio”, che ha il fine di stimolare il dibattitto e la riflessione, sul film stesso e sul tema generale del ciclo in cui esso è inserito. La scelta della pellicola da proiettare, infatti, non è mai casuale, e risponde a certi spunti tematici che di volta in volta vengono affrontati dal gruppo di discussione: “Colpa e espiazione” nel caso de “Il Processo”, o il prossimo, “Eros e Thanatos” introdotto da “Le Relazioni Pericolose”. Le proiezioni si tengono ogni giovedì alle 15,00 e sono seguite da un dibattitto.
Proprio durante l’ultimo dibattitto, è stato possibile ricavare un quadro più chiaro del progetto in generale e di quali siano gli obiettivi che esso intende realizzare, proprio dalle parole dei ragazzi che si attivano per organizzare di volta in volta le varie iniziative.
Queste, infatti, non si restringono al solo cineforum, ma comprendono un servizio di biblioteca, gruppi di lettura, rassegna stampa; in progettazione è la costituzione di un laboratorio teatrale e artistico.
Importante è il ruolo che rivestono i seminari di “autoformazione”, in cui vi è anche la partecipazione di personalità esterne e docenti della stessa facoltà: pur rivendicando l’assoluta autonomia dalle politiche universitarie, viene affermata la necessità di collaborazione, tra il collettivo stesso, i professori e la presidenza.
L’obiettivo è quello affermato all’inizio, cioè di uno spazio autonomo da poter gestire liberamente, una forma di protesta verso la Facoltà, colpevole di non disporre le strutture necessarie, per organizzare attività che siano “per tutti e di tutti gli studenti”, mettendo l’accento sulla caratterizzazione sociale del luogo, come di incontro e collaborazione tra le diverse facoltà, di crescita culturale, di una spinta che non provenga dall’alto, ma dal basso, dallo sforzo degli studenti stessi: un modo per fare politica attiva.