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Pulcinella in arancione, la maschera dei problemi di Palazzo San Giacomo

di Mattia Papa

Tante le cose fatte e indubbiamente ben riuscite per il sindaco di Napoli, l’arancione Luigi De Magistris. È un primo cittadino da “10 e lode”. Se non ci fossero quelle poche – si badi, pochissime – cose che macchiano il grembiulino da primo della classe del presidente di Palazzo San Giacomo, davvero potremmo vantarci d’avere il miglior primo cittadino d’Italia. O almeno apparentemente. Diamo a Cesare quel che è di Cesare: non male l’America’s Cup di Aprile 2012 e il suo rinnovamento per il 2013. Ottima mossa l’ampliamento della ZTL lungo quasi tutto il centro storico e il lungomare divenuto, così, “liberato”. Nulla da eccepire, poi, sulla collaborazione con il sindaco di Milano Pisapia per l’Expo2015. Peccato per il fallimento dell’Eavbus, per i lavoratori di Pomigliano e per lo scippo del Rolex del capo di Stato tedesco Joachim Gauck. Ma, infondo, cosa gli si può rimproverare? Non è parte integrante dei vari problemi: l’Eavbus – così come la Caremar, che è sull’orlo del fallimento – è competenza regionale, Pomigliano del Governo e del suo rapporto con Marchionne, e Gauck – se solo non fosse della “stoica” (forse semplicemente più civile) scuola tedesca, con una morale un po’ più partenopea – al suo orologio poteva stare più attento: è pur sempre in visita a Napoli, buon Dio. Non si vorranno mica imputare colpe di questo genere al povero De Magistris? Per carità. Forse, ecco, non ha ancora reso agibile via Marina. Forse, a voler essere puntigliosi e voler trovare il pelo nell’uovo, l’emergenza rifiuti sta ricomparendo in diversi quartieri partenopei (da altri non è mai andata via). Le baby-gang fanno razzie per tutte le strade di Napoli (in particolare proprio su quel lungomare che tenta di essere “libero” ma che da schiavo delle auto è diventato schiavo di ruberie e violenze delle più diverse) e i trasporti pubblici sono un mero ricordo di un futuro diventato passato in un ritorno all’età delle carrozze. Chiudiamo, poi, un occhio sul caso Riccio e sul fatto che a circa 320 maestre precarie sia stato negato l’impiego per avviare la refezione scolastica – il provvedimento è stato firmato da Auricchio dopo le dimissioni del direttore generale Riccio. Chiudiamo anche l’altro occhio sul fascicolo aperto intorno al concorso interno per capitani dei vigili urbani appena conclusosi. E forse per altre piccole questioni potremmo darci qualche pizzico sulla pancia (studenti e lavoratori in rivolta che non sanno con chi interfacciarsi, università dissestate, piogge sintomi di allagamenti cittadini): non si può avere tutto. E non si può neanche pretendere che i provvedimenti presi abbiano un riscontro anche sulle esigenze dei cittadini (alle ZTL potevano essere aggiunte corse extra dei mezzi di trasporto pubblico, anziché tagliate): lui è un solo uomo e sta preparando la rivoluzione promessaci durante le elezioni. Non stiamogli con il fiato sul collo. Pensiamo che, una volta riaperti gli occhi, una Napoli bellissima piena di luci (non un corrispettivo delle luminari salernitane, sia chiaro, poiché sarebbe “una copia” a detta sua) si stenderà alla nostra vista. Non crediamo a chi dice che Luigi De Magistris è una maschera, un Pulcinella, e che anestetizza con l’Apparenza i problemi reali della città. La rivoluzione – tra la città che cade a pezzi, l’Amministrazione sull’orlo del dissesto economico e Palazzo San Giacomo sottoposto a continue scosse d’assestamento – sta arrivando. Iniziando dall’Europa e l’invito rivolto al Governo italiano di (pre)occuparsi della guerra in Palestina. Mentre aspettiamo, l’ombrello di Altan potrebbe tornarci utile: forti precipitazioni nei prossimi giorni su tutta la Campania.