Che le politiche di austerity e risparmio sulla spesa pubblica si sarebbero fatte sentire sulla pelle dei cittadini lo si sapeva, che ciò sarebbe andato ad intaccare anche delle istituzioni della vita culturale delle città non era stato mai considerato troppo seriamente. É quello che sta succedendo a Napoli nel Liceo Classico Genovesi di Piazza del Gesù, che rischia di scomparire per sempre rientrando nel progetto di accorpamento degli istituti “sottodimensionati” (ovvero sotto i seicento alunni) messo in atto dalle regioni su indicazione del governo nazionale. Proprio per questo, lo scorso venerdì, una delegazione di studenti dell’istituto si è recata al Comune di napoli per un incontro con l’Assessore alla Scuola, Annamaria Palmieri, per cercare l’appoggio in una battaglia che appare difficile, la cui ultima parola sarà pronunciata dall’Ufficio scolastico regionale per la Campania. “Sembra assolutamente inammissibile che il Liceo che fu di Benedetto Croce possa scomparire, le ricchezze della nostra città andrebbero preservate e non tagliate”, spiega Angelo, studente del Genovesi, ricalcando quello che sembra essere il pensiero comune degli studenti. I tempi sembrano però strettissimi. Nella prossima settimana, infatti, si avranno le linee guida sugli accorpamenti da parte della Regione e già a Gennaio dovrebbe arrivare il decreto di accorpamento. La proposta dell’Assessore è stata quella di creare un coordinamento tra tutti i licei storici napoletani ed italiani per chiedere la salvaguardia di queste istituzioni, estendendo il campo della lotta a livello nazionale.
L’unica soluzione disponibile, invece, appare quella di un vertiginoso aumento delle iscrizioni durante l’anno scolastico già iniziato, che permetterebbe al Liceo di far ricorso al decreto di accorpamento e, quindi, di mantenere l’autonomia: la missione risulta difficile, ma non impossibile, anche considerato il momento difficile dei licei classici. L’assurdità della chiusura aumenta se si considera che l’anno scorso erano stati riconsegnati alla scuola l’Oratorio dei Nobili e l’Oratorio delle Dame che, dopo i lunghi lavori di restauro e un investimento di circa 900.000€, sono stati adibiti rispettivamente ad aula magna e biblioteca, permettendo ai ragazzi di studiare, confrontarsi e maturare all’ombra degli affreschi di Giovanni Lanfranco, Belisario Corenzio e Battistello Caracciolo.
Se il Genovesi chiuderà è difficile stabilirlo adesso. Se ciò dovesse succedere, però, Napoli diventerebbe un po’ più povera. Ancora.
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