Tremi sui tetti dei miei pensieri
Mentre arredo le mie paure
Con i più assurdi perché.
Al nostro appuntamento
Nel sottoscala dell’incredibilità
è venuto il tempo di crescere
e noi ci siamo sottratti
come i personaggi di un romanzo dalla trama così comune
che nessun genio più lo scriverà.
Spento il camino e chiusa la porta
Io a casa non torno più.
Aspetto nel giardino
Che tutto venga giù.
E la pioggia e il gelo
Il sole caldissimo e l’erba incolta
Puniranno la mia pelle
Come e quando
Scelsi di essere solo un ospite nell’anima accogliente
Degl’indecifrabili colpi del destino.
Aspetto nel giardino
Che tutto venga giù.
Ed i fiori profumatissimi e il terreno fertile
Puniranno la mia pelle
Come e quando
Non ho potuto scegliere
Di che cantare nella mia canzone.
Aspetto nel giardino che tu venga giù:
le pareti, i pensieri
i mobili, le paure
il tetto, il tuo tremolio
il salone, lo scricchiolio del mondo
come walzer del nostro ultimo ballo.
Del disincanto e del disamore
Ci resta la libertà al prezzo d’una spiegazione.
Scendi, vieni giù e salvati
Prima di divenire dimentico di te stesso.