TRAMA: Il giovane insegnante Henry Barthes (Adrien Brody) arriva come supplente provvisorio in un terribile e malfamato liceo della periferia newyorkese, aiuta con coraggio studenti perduti, dà anticonformistiche lezioni di vita e cerca di risolvere problemi che i suoi colleghi non riescono; mentre nella sua vita entra la sbandata e fragile prostituta Erica (Sami Gayle), bisognosa di affetto e protezione.
GIUDIZIO: Sostenuto da un grande cast (tra i tanti James Caan, Marcia Gay Harden, Lucy Liu, Blythe Danner) e da temi forti, un film d’inchiesta e di denuncia sul problema dell’istruzione (chi la fa a chi, perché, come), interessante anche per la freschezza dello stile e convincente per ciò che dice e come lo dice: anche se alla fine usa le solite armi, ormai conosciute, del cinema indipendente americano, cliché di vita disperata e obbligati, quasi manieristici personaggi ai margini (il professore col fegato, il parente in ospedale, la puttana fragile che si redime, gli studenti mediocri e mezzi criminali, la sfigata con l’anima d’artista e gli istinti suicidi), tutto visto con gli occhi buonisti e un po’ inquisitori di un pedagogo, tutto già visto ma forse sempre necessario. Dirige Tony Kay, quindi inevitabile pensare al suo precedente “American History X”.
VOTO: 3/5
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