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Ranieri alla ricerca del cambiamento

Terza Pagina ha deciso di seguire con accuratezza le primarie del Partito Democratico a Napoli perché
ritiene che certe situazioni possano essere comprese al meglio solo se analizzate ed esplorate da vicino.
Nei prossimi mesi, ci impegneremo a partecipare ad ogni incontro organizzato dai candidati Umberto
Ranieri e Nicola Oddati, con la volontà di offrire ai lettori la nostra cronaca esclusiva della preparazione alle
elezioni di sindaco a Napoli.
Tutto si riduce ad un semplice – forse scontato – imperativo: informare. Aggiornare e dare notizie, per
offrire le conoscenze funzionali alle scelte che noi tutti dovremo andare a compiere.

di Lorenzo Mineo

Napoli, 28 ottobre ’10; in prossimità delle primarie il cinema Filangeri organizza alle 18:00 un incontro con il
candidato sindaco del Partito Democratico Umberto Ranieri.
Fin dall’ingresso salta all’occhio la notevole affluenza: si superano le duecento persone.
A guardarsi intorno il panorama è composto da signori barbuti chiusi nelle loro giacche e cravatte e da
madames in tailleur ben agghindate di bracciali e orecchini.
Sembra di essere alla sagra della Napoli radicalchic.
Età media tra i 50 e i 60. Di giovani ce n’è una scarsa cinquantina e trovarne qualcuno sotto i 30 è
un’impresa.
Il chiacchiericcio generale è molto acceso; si parla tanto e si parla, chiaramente, della situazione civica e
politica. “Napoli sta diventando un film della follia”, si sente dire da alcuni, a proposito della città. Riguardo
al PD, invece, qualche nostalgico DS o PCI borbotta che “il Partito non è più quello di una volta…” criticando
la tendenza verso il centro che pare aver preso la sinistra.
Dopo tre buoni quarti d’ora d’attesa la sala addetta all’incontro viene aperta al pubblico, e parte la corsa ai
posti a sedere.
Il maxischermo riproduce la grossa scritta “Non c’è problema che non si possa risolvere”, slogan della
campagna di Ranieri.
Ad ogni posto è invece fatto trovare un volantino con iscritta frase “Le città coincidono con un amore”,
aforisma “rubato” allo scrittore Erri De Luca.
Verso le 19:15 Ranieri compie finalmente il suo ingresso.
E’ duro il discorso d’apertura, duro come il tema che affronta: la drammatica questione dello smaltimento
dei rifiuti in Campania. “Mentre passeggiavo per le strade di Napoli – racconta Ranieri – guardando i cumuli
di rifiuti ho sentito una stretta al cuore”, perciò promette di impegnarsi, di fare in modo che i fondi che il
comune dovrà ricevere per l’emergenza rifiuti vengano reinvestiti in bonifiche dei territori addetti a
discariche ma soprattutto per far partire a Napoli un serio progetto di raccolta differenziata, che non è vero
che i napoletani non fanno per “sciatteria” e “i risultati positivi dei quartieri dove è partito il porta a porta lo
dimostrano”.
Poi un appello al presidente Berlusconi: “Conceda i milioni di euro per le compensazioni ambientali,
promuova la realizzazione di impianti di valorizzazione delle frazioni umide dei rifiuti, dica una parola chiara
sulle condizioni dell’inceneritore di Acerra”.
A questo punto Ranieri parte con una sintesi del suo programma, premettendo di non essere
un “demagogo” e quindi mettendo in guardia l’elettorato da “aspettative messianiche”.
“Il mio compito – dichiara piuttosto – sarà quello di lavorare tenacemente per migliorare la qualità della
vita”, partendo dagli “spazi di cui Napoli deve tornare a respirare” in particolare “dalle zone più disastrate
del centro storico, i cui spazi disponibili vanno riutilizzati per strutture di ricerca”. Sempre a proposito di
urbanistica Ranieri parla di “riqualificazione del fronte del mare”, come è avvenuto in tutti i grandi centri
mediterranei, da Genova a Barcellona. “Mai più dovrà accadere – prosegue il candidato sindaco con impeto
– che i lavori pubblici subiscano tali ritardi senza peraltro che i cittadini ne conoscano la causa”.
Va a sostenere, poi, l’estensione della “banda larga” che consenta di facilitare considerevolmente l’accesso
a internet, e per lo sviluppo energetico insiste nel “ripartire dall’energia solare in edifici da costruire o
riedificare”.
Anche sul tema del sociale Ranieri è diretto: “E’ incettabile che la spesa per il welfare a Napoli sia la metà di
quella delle città del Nord, persino inferiore alla media del Sud”. Promette perciò di “raddoppiare gli asili
nido”, di “investire risorse in riduzione dell’abbandono scolastico”, di “attrezzare in ogni municipalità luoghi
di aggregazione per i giovani”e di “fornire strutture di assistenza per i senza lavoro”.
Precisa, allora, che la realizzazione di tali progetti comporterà un sacrificio tanto da parte del Comune che
della cittadinanza: i fondi a disposizione del Comune sono esigui, mentre le risorse umane sono in esubero,
sbocchi lavorativi vanno dunque cercati nel mondo imprenditoriale, con cui il Comune deve saper
dialogare. “I politici non hanno posti da distribuire” sottolinea pertanto Ranieri, con una schietta sottigliezza
che ribadisce il suo fermo contrasto alla cultura del clientelismo.

Conclusa la propaganda, Ranieri rivolge un appello all’elettorato, incitandolo “a raccogliere il malcontento e
trasformarlo in voglia di battersi, per sconfiggere la destra di Cosentino e Cesaro”.
E ancora sollecita il suo partito affinché lavori ad un puntuale svolgimento delle primarie, fissate in data 28
Novembre, perché “ritardarle ha già favorito la destra due volte negli ultimi anni”.
Al momento dei saluti Ranieri rispolvera un vecchio motto storico del PCI e invoca “Al lavoro e alla lotta!”,
seguito da un inno dei più intramontabili: “Viva l’Italia, viva Napoli!”. Parole semplici, parole di vita, parole
sincere di un uomo con una sincera voglia di cambiare.