La Repubblica Italiana è nata dalla Resistenza. E’ però, anche figlia di una monarchia sconfitta e di una Repubblica vassalla. Il fascismo fu Mussolini e solo Mussolini. La storia del fascismo è la storia di Mussolini, anzi, di tre Mussolini. Il primo,il Mussolini restauratore, fu fautore di una rivoluzione fatta di accordi con il Re e con l’Arma dei Carabinieri. Fu capace di governare, di interrompere i governi di coalizione di liberali e socialisti che mai andavano d’accordo, rimise ordine nel caos dell’arena politica italiana. Il suo primo vero ostacolo da superare fu quello di riordinare le squadre fedelissime ai vari Ras Farinacci, Tamburini in varie parti d’Italia. Autonomi, rissosi, furono inquadrati istituzionalmente nella Milizia Fascista. Altri incarichi di governo furono affidati ai migliori che l’Italia aveva da offrire all’epoca: Gentile all’Istruzione, all’Economia e al Bilancio Filzi, Volpe, Beneduce, Menichella. Gente esperta, tecnici geniali ma che nulla avevano a che vedere con il fascismo. La prima fase durò cinque,sei anni, poi la necessità di procurarsi il consenso della “sua” piazza Venezia, lo spinse verso il baratro. Il secondo Mussolini fu anacronistico, fuori tempo. Lui, che era stato un realista,un politico, ma mai uomo di Stato, eccellente, perse il senso della realtà, diventando monumento di se stesso, un “Cola di Rienzo che si crede Giulio Cesare”. Da lì l’Impero, il tentativo di essere protagonista della storia italiana ed europea e di far recitare all’Italia una parte che l’Italia non sarebbe stata di capace di recitare sullo scacchiere politico internazionale. Ed infine il terzo Mussolini, ormai l’ombra di se stesso, quello di Salò, che viveva nelle macerie del suo sistema imperiale e che trascorreva le serate a interloquire con i suoi vecchi compagni del Partito Socialista,come Bombacci e Silvestri, a sognare un fascismo che nient’altro era che un vecchio socialismo. Mussolini non aveva mai amato i fascisti perché egli era rimasto sempre un socialista. Ed il suo tentativo di accordo, di larga intesa con i socialisti venne mandato all’aria dalle sue facinorose milizie. Mussolini protestò sempre contro le prepotenze delle SS in Italia. Ma flebilmente, privo di poteri, fedele, asservito all’alleato Hitler, che in realtà era padrone. Ma lui non amava Hitler, ne era un ostaggio. Fu il suo carceriere a spingerlo,dopo Campo Imperatore, alla follia repubblicana. Chi fece parte della scellerata impresa di Salò? I veri carcerieri di Mussolini, la Xmas,fedelissimi al loro Junio Valerio Borghese. Alcune migliaia di “ladri di polli”,moltissimi giovanissimi, che andarono ad ingrossare le file dei “repubblichini”, il neonato corpo di Polizia fascista, protagonista di rappresaglie e rastrellamenti sanguinosissimi agli ordini della Wermacht. Ed un gruppo sparuto di soldati,professionisti delle armi che, nonostante la fuga del Maresciallo Badoglio, furono restii a rinunciare all’idea di una guerra ad oltranza. La Resistenza, più che una resistenza ai tedeschi invasori, fu una guerra civile tra “i repubblichini” e le formazioni partigiane cattoliche e comuniste. Una guerra che, pur tra molti aspri e dissapori interni, episodi di indegna rappresaglia sui civili e delitti efferati, grazie al supporto logistico e militare degli Alleati, riuscirono a vincere. Ma anni di guerra, di orrori, di delitti avevano lasciato cicatrici indelebili nell’animo della gente. E si arrivò così alla famigerata impiccagione di Piazzale Loreto. Esecuzione sommaria, di piazza, “una macelleria messicana”. Il CLN non poteva permettersi di istruire un ipotetico processo a Mussolini. Sarebbe significato spaccare l’Italia sul nascere. Fu però indegna l’esposizione al dileggio, agli sputi, alle piscio sui corpi, che gli italiani riservarono ai cadaveri del Duce, della Petacci e dei gerarchi minori che ne condivisero il triste epilogo.
L’Italia del ‘45 era un paese sconfitto, martoriato. Ma un Paese in cui la speranza di un futuro migliore, nonostante tutto,non era ancora morta.
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