di Enrico Massa
E’ successo di nuovo. Ormai parlare di politica o parlare di gossip, in Italia, è la stessa cosa. Ogni tanto uno scandalo coinvolge il mondo politico, facendo fare al paese l’ennesima “figura barbina” davanti agli occhi di tutto il mondo. Non voglio entrare negli spiacevoli particolari della vicenda, ma semplicemente analizzare il fatto in sé. Questa volta, la pietra dello scandalo si chiama Ruby, bella ragazza marocchina, diventata pupilla del nostro premier, che a queste esperienze non è affatto nuovo. La giovane donna, non ancora maggiorenne, si è ritrovata coinvolta in un ambiente “festaiolo” molto vicino al presidente del Consiglio: nei suoi racconti parla di numerose feste ad Arcore, con molte ragazze ed alla presenza di uomini di spettacolo e politici. Inoltre, descrive la pratica di un “rito” tramandato dal leader libico al nostro presidente del Consiglio, il cosiddetto “bunga bunga”. La cosa imbarazzante è lo stesso fatto che, parlando di politica, stiamo costretti a ricorrere a termini di questo genere, e già questo dovrebbe farci riflettere sulla assoluta gravità della situazione. Situazione che, ahinoi, in qualsiasi altro stato europeo sarebbe stata fonte di grande scandalo, e probabilmente avrebbe comportato le dimissioni dei personaggi coinvolti, ma che qui in Italia, “il paese dei balocchi”, appare come normale routine. Che il presidente del consiglio regali montagne di denaro, auto tedesche e intervenga nel giudizio di un reato di una sua protetta, è purtroppo una cosa normale.
Ci stiamo abituando ad una condizione inaccettabile in qualsiasi altro stato che non sia una dittatura (in fondo siamo grandi amici della Libia, no?), dove chi è al potere non solo può fare ciò che gli pare, ma si arroga anche il diritto di tenere tutto ciò nascosto ai cittadini. Mentre un politico dovrebbe essere il primo a comportarsi come si deve. Non solo dovrebbe dare il “buon esempio” (cosa ormai irrintracciabile nel comportamento dei nostri governanti), ma dovrebbe anche rappresentare con dignità l’intera nazione. Non c’è da stupirsi se, mentre il paese va a rotoli, ormai siamo diventati una “barzelletta internazionale”. Ma, in fondo, siamo stati noi a scegliere questo governo del “fare” e dell’ “amore”. E a quanto pare, di amore se ne fa, fin troppo.