TRAMA: Durante un volo da Madrid a Città del Messico l’aereo presenta una grave avaria e gira in tondo nel cielo sopra Toledo, alla ricerca di un aeroporto per un atterraggio di emergenza. Mentre i piloti bisessuali Alex (Antonio de la Torre) e Benito (Hugo Silva) e tre steward spiccatamente omosessuali – Joserra (Javier Camara), Fajas (Carlos Aceres) e Ulloa (Raùl Arévalo) – cercano di consolarli, i passeggeri della prima classe – la sensitiva Bruna (Lola Dueñas), l’attore Ricardo Galàn (Guillermo Toledo), la diva del sadomaso Norma Bosch (Cecilia Roth), il sicario messicano Infante (José Marìa Yazpik), il dirigente truffatore Màs (José Luis Torrijo) e un novello sposo tossicodipendente (Miguel Angel Silvestre) – reagiscono ognuno a modo proprio, liberando segreti, confessioni, e un lato di se stessi insospettabile, trasgressivo o umano, in una trance orgiastica di sesso, droga e alcol.
GIUDIZIO: A venticinque anni da “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”, Almodòvar torna alla commedia, senza perdere quel gusto alla volta cattivo, kitsch, classico, autoreferenziale, ironico e pop che contamina la sua opera. È certo un film minore nella sua filmografia, meno brillante e meno importante delle commedie degli anni ’80, di cui la sceneggiatura offre spunti nostalgici, ma assolutamente godibile, leggero, e con qualche momento esilarante (gli steward gay che cantano “I’m So Excited” delle Pointer Sisters è una chicca); e se è vero che manca di una struttura narrativa e di un senso ultimo, la sequenza di gag, situazioni paradossali e digressioni varie diverte e sorprende ancora per il modo spinto ma non volgare di trattare la sessualità, dubbia o estrema dei suoi personaggi, interpretati da vecchie e nuove glorie del cinema spagnolo e almodovariano. C’è persino spazio per un cameo di Antonio Banderas e Penelope Cruz, attori feticcio del regista, per la prima volta insieme nella stessa scena, quella iniziale.
VOTO: 3/5
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