QMI è un’agenzia milanese di marketing che si preoccupa di distribuire materiale alternativo nelle sale cinematografiche. Da diversi anni, spettacoli diversi da quelli comunemente attesi al cinema hanno avuto come interpreti protagonisti musicisti rock, artisti che hanno prestato le loro esibizioni ad un tipo nuovo di diffusione: Elton John, gli Oasis, i Led Zeppelin, e anche artisti italiani come Litfiba, Vasco Rossi, Luciano Ligabue. In realtà bisogna prestare attenzione alle diverse connotazioni di queste proiezioni: in alcuni casi, ad essere trasmesso è stato il concerto in diretta, in altri, la riproduzione e quindi la riproposizione di un evento passato.
A prescindere da tale precisazione, però, la scelta di dare vita a questo tipo di iniziativa ha dei risvolti interessanti, dei profili significativi che vanno sottolineati: la condivisione, la facile raggiungibilità, e la diffusione. Per condivisione si vuole intendere la possibilità di assistere, se pur non in maniera diretta, all’evento insieme ad altri fan che all’interno della sala possono ricreare l’atmosfera tipica di un concerto; l’evento diventa così facilmente raggiungibile, anche da coloro che non possono permettersi spostamenti eccessivi e non possono affrontare i prezzi proibitivi spesso imposti dagli spettacoli più importanti; ed infine si realizza una diffusione, veloce e democratica, della cultura musicale così come può essere scoperta solo assistendo ad un grande spettacolo.
Non fraintendiamoci: è evidente che il clima che si respira nella platea di una grande stadio, l’emozione che si avverte in quei primi secondi che separano il pubblico dalla comparsa del loro idolo, non possono essere riprodotti da un proiettore su uno schermo; ma è comprensibile come quelle peculiarità appena ricordate sopra rendono il fenomeno interessante. La diffusione è sicuramente facilitata dal sempre più notevole progresso tecnologico, che permette una riproduzione ottimale di eventi di questi tipo sia per quanto riguarda il supporto visivo che quello audio.
Non si vada però troppo oltre: nessuna macchina del futuro potrà mai sostituire i piaceri della visione di un vero palcoscenico.
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