di Roberto P. Ormanni
“Ripartirei oggi stesso”, mi dice Luca Di Martino mentre beve un caffè e sgranocchia un biscotto. Le parole a volte incespicano fra loro, ma è solo la traccia di tanti pensieri che meriterebbero un racconto, il segno della caccia all’espressione giusta che descriva tutte le emozioni vissute nell’inverno del 2012 durante il viaggio in Nepal. Nato a Napoli ventisette anni fa, Luca Di Martino studia regia a Torino per poi appassionarsi alla fotografia. Lo scorso novembre decide di partire per il Nepal, zaino in spalla e macchina fotografica al collo. Un cammino durato un mese che lo ha portato alla scoperta dei villaggi del paese asiatico. Tra le migliaia di scatti che Luca ha collezionato girando le case e le campagne dei contadini nepalesi, tredici foto sono state scelte per essere esposte in mostra presso lo spazio Cellamareinterno56 di Napoli (via Chiaia 149). L’esposizione, titolata “Sguardi silenziosi” e curata da Federica Cerami, sarà inaugurata giovedì 9 Maggio alle ore 18.
“Inizialmente – confida Luca – l’idea era di preparare durante il viaggio un video reportage. Eppure, per una serie di coincidenze, una volta arrivato ho scelto di dedicarmi solo alle foto”.
Più precisamente, ai ritratti delle persone e ai loro sguardi. “Non so se non sono bravo o non mi piace, ma fare foto ai paesaggi – spiega il giovane fotografo – non mi attira. Lo sguardo ti trasmette qualcosa di unico”. Poi aggiunge: “Esclusi tre scatti, tutte le foto le ho scattate a persone con cui ho parlato, ho giocato, con cui ho condiviso un momento”. Luca, infatti, nei suoi spostamenti si è affidato sempre all’ospitalità delle famiglie contadine nelle campagne nepalesi: non un semplice sguardo esterno, dunque, ma una partecipazione assoluta alla vita. “All’inizio – dice Luca – mi ha spaventato l’idea di un viaggio del genere: sai che dovrai adattarti, comunque e dovunque. Ma mentre ero lì non ho mai accusato il fatto di essere scomodo, ero totalmente coinvolto dal flusso naturale delle cose”.
Mentre parla cercando di ripescare tutte le sensazioni provate in Nepal, Luca si interrompe e mi porge un dolce napoletano: “Prova questo biscotto alle mandorle, lo adoro”. Poi, cerca di spiegarmi il fuoco che lo spinge verso la fotografia: “Mi attirano le persone. Prima di fare ogni foto, devo conoscere la persona, parlare con lei. Tra le foto ci sono anche immagini che potrebbero urtare uno spettatore: l’uomo malato di lebbra, il mutilato. Ma anche quelle foto le ho sentite e le ho volute scattare perché sono entrato in contatto con quelle persone”.
A tal proposito, Federica Cerami, curatrice della mostra, sottolinea come Luca Di Martino abbia prima vissuto con i nepalesi e poi li abbia ritratti “provando a stare contemporaneamente davanti e dietro la fotocamera”.
Intanto, le tredici foto in esposizione saranno inserite in una raccolta più ampia, “Dalla parte degli altri” (Arte’m, 5 euro): quarantasette foto scattate da Luca in Nepal, scelte e divise in tre storie (“Attraverso il tuo sguardo”, “Un millesimo di vita” e “Finestra dopo finestra”).
Eppure, Luca già pensa al futuro: “C’è un progetto – spiega il fotografo – a cui tengo molto: vorrei muovermi in ogni regione d’Italia per ritrarre due nonne, una appartenente all’alta borghesia e una al popolo. Ma sono ancora alla ricerca di un finanziamento che lo possa sostenere”.
Prima di salutarci mi confida un’ultima cosa: “Non voglio fare la parte del vecchio saggio, ma da quando sono tornato guardo le cose in maniera diversa: qui tutti ci lamentiamo sempre e non cambiamo niente, pensiamo ad andare via cercando qualcosa di migliore. Eppure, in Nepal ho visto persone felice con un guadagno di un euro al mese”.