di Marco Chiappetta
TRAMA: 1988 – Nel Cile prossimo al referendum, istigato dalle potenze mondiali, per confermare o meno la sanguinaria e repressiva dittatura di Augusto Pinochet, al potere dal ’73, il giovane pubblicitario René Saavedra (Gael Garcìa Bernal) guida una squadra dell’opposizione per fare propaganda al No, approfittando dei 15 minuti quotidiani lasciati a disposizione dalla tv nazionale per la campagna, e fronteggiando l’arroganza del regime, in una battaglia data per persa in partenza e senza esclusione di colpi, usando come slogan l’allegria e l’arcobaleno.
GIUDIZIO: Premiato alla Quinzaine des Realisateurs di Cannes (2012), e tratto dalla piéce di Antonio Skàrmeta (l’autore letterario de “Il postino”), il film di Pablo Larraìn è un riuscito connubio di cinema e impegno civile, abilmente girato in un formato televisivo e con uno stile sporco, sgranato, nervoso, esemplare degli anni ’80, ricostruiti alla perfezione anche con volti, costumi, scenari e filmati di repertorio. Un film di cronaca coraggioso e ironico, leggero ma lucido, che sa essere, oltre che uno spaccato documentario del Cile dell’epoca, con annessa inevitabile denuncia politica, una riflessione, non meno amara, sui meccanismi del potere e della propaganda, ma soprattutto sul potere della tv e della pubblicità, cioè quella dittatura dell’immagine, dello slogan, del marketing che è poi storia dei nostri giorni. Candidato all’Oscar per il miglior film straniero e battuto da “Amour”.
VOTO: 3,5/5