di Brando Improta
“Il tuo sguardo è sempre là che sorride appena un po’, mi nascondo ma lo so, che è inutile”. E’ uno dei versi di una canzone poco conosciuta ma bellissima, scritta da un grande artista troppo spesso dimenticato dal grande pubblico e, soprattutto, dalla critica. Si tratta di Francesco Nuti.
Francesco è stato probabilmente uno dei più grandi attori e registi degli anni ’80 e ’90. Tra i suoi film, giusto per citarne qualcuno, ci sono “Caruso Pascoski di padre polacco”, “Willy Signori e vengo da lontano”, “Son contento” e “Donne con le gonne”. Un successo travolgente, durato fino al 1994, anno in cui girò l’ambizioso “OcchioPinocchio”. Qui, osteggiato dalla produzione che tagliò molte scene e ritirò parte del budget messo a disposizione, cominciò la sua parabola discendente che lo ha portato, nel 2000, a soffrire di alcolismo e ad essere allontanato (dopo altri tre film di scarso successo) dal mondo del cinema. Nel 2006, quando ormai si era lasciato alle spalle l’alcolismo e stava per tornare sul set con un nuovo film “Olga e i fratellastri Billi”, è stato vittima di una brutto incidente casalingo (una caduta per le scale) ed è entrato in coma. Oggi, Francesco è su una sedia a rotelle e non parla più. Suoi amici come Roberto Benigni e Giovanni Veronesi lo vanno a trovare in continuazione e hanno deciso di farlo rivalutare, di far sapere alla gente che è ancora tra noi.
Il 5 novembre, a tale proposito, alla Festa del Cinema di Roma (importante manifestazione festivaliera alla quale hanno partecipato, negli anni, attori e registi del calibro di Robert De Niro, Harrison Ford, Sean Connery e John Landis) verrà proiettato un documentario dal titolo “Francesco Nuti… e vengo da lontano”, in cui si vedranno testimonianze di alcuni suoi colleghi ed amici (come Carlo Verdone, Giorgio Panariello e Ornella Muti), filmati di repertorio presi da rare interviste fatte a Francesco prima e dopo i suoi problemi con l’alcool, e pezzi dei suoi film. Ora, chiunque avesse la possibilità di andare a vederlo ci vada. Soprattutto chi non conosce questo straordinario artista, che ha saputo unire nei suoi film malinconia e comicità senza mai avere la giusta ricompensa sia dalla vita che dallo spettacolo. Lui non sarà presente, ma ci sarà il fratello Giovanni che leggerà una lettera scritta dall’attore pochi giorni fa, una testimonianza di come sta vivendo adesso e dei suoi progetti per il futuro.
Non so se quello che gli è capitato sia accaduto perché non è stato forte, o forse perché ha cercato di esserlo esagerando, o semplicemente perché ha vissuto una delle brutte avventure della vita (come quella accaduta ad un altro grande, Massimo Troisi). Però, mi piace pensare che sia possibile che Francesco torni a splendere come un tempo, anche se non in prima persona. Magari, se non in veste di regista, con una sceneggiatura scritta da lui. Qualcosa che ce lo possa restituire, se non come attore, almeno come autore.
Oltre alla canzone che ho citato all’inizio (che si chiama “Non tenermi qui”) vorrei chiudere con alcuni versi di un altro suo brano, scritto nel 1988, e che mi sta particolarmente a cuore: “Giulia non lo sa, ma questo amore mio asciuga ogni mia lacrima, sotiene la mia voce. Giulia non lo sa, ma questo amore mio è grande come Napoli, sincero come Napoli. E quando il nostro abbraccio sfiorirà oltre il tempo che non ride mai conserverò il silenzio del suo sguardo, ogni voce sua”.
E così, invitadovi a vedere almeno un suo film o a partecipare all’evento in programma per il prossimo 5 novembre, auguro buona vita a Francesco e a tutti voi.