di Giacomo Palombino
Terminata la nostra prima tappa a Londra, il viaggio di questa rubrica alla scoperta della musica britannica prosegue verso Nord. Le mete posizionate alla fine del cammino si trovano vicino la costa, ma prima ancora, nel centro dell’isola, è, se non obbligatoria, sicuramente richiesta una tappa nella contea del West Midlands, nella città di Birmingham.
Il discorso su questo centro inglese, senza dubbio, non ci porta alla scoperta di materiale rilevante come per la capitale; ma, da una riflessione più approfondita, emergono degli spunti interessanti.
Oltre ad aver dato (almeno la sua periferia) i natali a Robert Plant e John Bonham, che prima di fondare i Led Zeppelin suonavano nella locale Brum Beat Band, Birmingham è un punto di riferimento per l’heavy metal, prima, e per il synth pop, dopo. Per quanto riguarda il primo genere segnalato, sul finire degli anni sessanta presero qui vita i Judas Priest (1969) e i Black Sabbath (1968). Questi ultimi in particolare possono essere considerati dei predecessori, delle leggende della musica “dura”, contribuendo ad un lancio e ad un sviluppo dell’heavy metal: la band, che nel corso della sua storia ha più volte cambiato formazione, è stata in diverse occasioni presa in considerazione dalla rivista “Rolling Stone” nelle sue classifiche, “graduatorie” più volte criticate in questa rubrica ma che in questo caso sicuramente trovano il nostro appoggio.
Per quanto riguarda la musica pop, e in particolare il “synth pop”, nel ’78, esattamente dieci anni dopo la fondazione della band di Ozzy Osbourne e Tony Iommi (i cui nomi si leggono sul cemento di Broad street, fulcro della vita notturna della città), Birmingham diede i natali anche ai Duran Duran. La band guidata da Simon Le Bon è stata uno dei simboli degli anni Ottanta e prosegue tutt’ora la sua carriera: nel 2011 è stato pubblicato il loro tredicesimo album dal titolo “All you need is now”.
Ci si è voluti soffermare su queste due formazioni musicali perché colpisce come Birmingham, un centro meno rinomato di altri dal punto di vista artistico, abbia dato vita a rappresentanti di due correnti musicali in qualche modo opposte: probabilmente i brummies (così vengono chiamati i suoi abitanti) avranno considerato musica “da femminucce” quella dei Duran Duran dopo aver vissuto nei club cittadini l’esordio dei Black Sabbath. Questo contrasto è peculiare, quasi divertente, e per questo rilevante.
In ogni caso, non bisogna dimenticare un notevole apprezzamento della città per il jazz: nei club del centro è agevole imbattersi in esibizioni di gruppi locali, ed ogni anno si svolge a Birmingham l’International Jazz Festival, principale evento jazz della Gran Bretagna.
Sarebbe scorretto negare che il centro del West Midlands non presenta quello stesso interesse artistico che caratterizza Londra e caratterizzerà le nostre tappe future, ma senza dubbio una sosta a Birmingham può solo confermare che anche qui, in un centro meno rinomato da un punto di vista musicale, ha soffiato quella corrente britannica di innovazione di cui ci stiamo preoccupando.