di Gennaro Di Domenico
La World Solar Challenge, nata nel 1987 dalla futuristica mente dell’esploratore danese Hans Tholstrup, è una competizione biennale che si svolge in Australia e vede la partecipazione di squadre di ricercatori universitari, istituti tecnologici e imprese che vogliono accaparrarsi il merito di aver progettato l’auto elettrica più efficiente al mondo. Da subito in passato la competizione si pose come una delle principali occasioni per dare risalto alle tecnologie alternative per la trazione automobilistica. Una corsa all’innovazione basata esclusivamente su motori elettrici e che ha (negli anni) portato beneficio al perfezionamento di tecnologie quali le fuel cells a idrogeno, gli ibridi elettrico-endotermico e principalmente tecnologie a “elettrico puro”. Il prossimo 6 Ottobre, a Darwin, si terrà la tredicesima edizione della WSC, che vedrà in gara quarantadue team di ben ventiquattro paesi percorrere oltre 3.000 chilometri nel deserto australiano. Quest’anno, tra i concorrenti, anche una macchina italiana: Emilia 3, un’auto realizzata dai ragazzi della scuola Ferrari di Maranello che funziona ad energia solare grazie ai 391 pannelli montati nei suoi quattro metri di lunghezza.
Eppure, al di là del vincitore, la competizione sembra sollevare un’altra questione: nel futuro del mondo ci saranno davvero delle “auto elettriche” nelle strade di ogni città? Davvero si potrà fare a meno delle stazioni di servizio? Davvero per trovare il serbatoio pieno basterà guidare l’auto di giorno o lasciarla “in carica” durante la notte? In realtà, nonostante il fascino della gara australiana e i progressi tecnologici che essa indubbiamente produce, molti sono convinti che dopo il secolo del carbone (l’Ottocento), il secolo del petrolio (il Novecento), anche il secolo che stiamo vivendo sarà caratterizzato e dominato da un elemento fondamentale: gli idrocarburi. Dal 6 all’8 Settembre, al Forum di Cernobbio, presso Villa d’Este, durante un incontro titolato “Lo scenario di oggi e di domani per le strategie competitive”, esperti di tutto il mondo hanno disegnato scenari e previsioni fino al 2030: il petrolio rimarrà, nonostante tutto, la principale fonte energetica; l’unica possibile sorpresa potrà venire dallo shell gas, energia imprigionata nelle rocce sotterranee. Negli Stati Uniti, questa fonte energetica sta iniziando a diventare sempre più sfruttata, anche se in Europa molti temono gli alti costi ambientali.
Nonostante lo scetticismo delle grandi case automobilistiche, l’auto elettrica sta facendo grandi passi in avanti, soprattutto grazie alla visione e agli investimenti di uno dei pionieri di Internet, Elon Musk, che qualche anno fa ha fondato la Tesla Motors, progettando la Tesla Roadster, la prima vettura elettrica moderna. Le sue auto elettriche, tuttavia, ad oggi sembrano essere diffuse solo tra gli ambientalisti e le star di Hollywood, anche se Musk ha dimostrato ripetutamente che ci vuole meno tempo a caricare una sua auto che a fare un pieno di benzina.
“Tra alcuni mesi – ha dichiarato recentemente Elon Musk – partirò in un viaggio coast-to-coast americano, da Los Angeles a New York, a bordo della mia Tesla con tutta la mia famiglia”. Aggiungendo che “il viaggio di 3200 miglia durerà sei giorni e soltanto nove ore di rifornimento”.
Tra sogni, viaggi e risultati, riuscirà Musk a liberare il mondo dalla benzina?