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Quando il calcio passa ogni limite


spezzone di video dal Corriere del Mezzogiorno TV

di Lorenzo Correale

Indescrivibili gli episodi avvenuti a Bucarest durante la partita di Europa League Steaua Bucarest – Napoli, terminata sul risultato di 3-3. Per i primi venti minuti succede di tutto: mentre sul campo i rumeni vanno subito sopra di tre reti, sugli spalti si scatena un putiferio. Lanci di sediolini, petardi ed oggetti vari, da parte dei tifosi di casa verso il settore ospiti. Lo stadio Genchea si trasforma in poco tempo in un inferno. I partenopei iniziano a rispondere e le acque non si placano fino all’intervento della polizia. Poi la rimonta degli ospiti, che raggiungono il 3-3 al 98’. E a quel punto tutti, sia la squadra sia il pubblico, si accaniscono sull’arbitro. Già dall’inizio la tensione si tagliava col coltello. Fuori dallo stadio zuffe e litigi, mentre uno steward non consentiva a un tifoso di portare dentro un’asta con la bandiera italiana. Motivo? “Siamo nemici”, stando a quanto dice. Napoletani provocati anche all’aeroporto. Poi, il giorno dopo, l’accanimento contro l’ambasciata polacca (nazionalità dell’arbitro Borski), con trattamento simile a quello riservato agli avversari allo stadio. Secondo quanto riportano vari giornali rumeni lo Steaua è stato “ucciso” dal direttore di gara, che ha rovinato una storica e meritata vittoria, mentre il Napoli ha compiuto un’operazione “in perfetto stile mafioso”.
Ora la squadra di Bucarest rischia l’esclusione dalla competizione, mentre il Napoli la squalifica del campo per Napoli – Liverpool. Si attendono, intanto, i provvedimenti e il rapporto del delegato Uefa, Patrick Comminos.