di Gennaro Di Domenico
Forti e insensati sprechi dell’amministazione del Comune di Napoli: questo l’oggetto della denuncia avanzata dal consigliere del Comune di Napoli Gaetano Troncone, presidente della Commissione Diritti e Sicurezza, che ha dato inizio ad una querelle contro Alessandro Fucito, assessore al Patrimonio del Comune Napoli.
Il tutto ha avuto inizio attraverso l’ordine del giorno emesso dal Consiglio comunale del 16 e del 17 Settembre scorso, in cui Troncone ha osservato che, per lo svolgimento di alcune attività come scuole, asili e uffici, il comune di Napoli ricorre alla sottoscrizione di contratti di affitto passivi, probabilmente stipulati in passato con parametri economici differenti. Contratti che risultano decisamente elevati per le odierne condizioni di mercato. Troncone, così, chiese all’attuale amministrazione di arginare lo stato di crisi con il contenimento spese; di costituire, nell’ambito della razionalizzazione dei fitti passivi, una task force composta da personale interno con adeguate competenze tecnico-estimative, in grado di stimare se i canoni dei contratti di locazione passiva in corso corrisposti dal Comune di Napoli siano in linea con gli attuali valori di mercato; di avviare contestualmente una revisione per il contenimento dei costi con una rinegoziazione dei contratti con i rispettivi locatori, qualora i canoni non siano adeguati; di revisionare i canoni, ad esclusione degli alloggi ERP, di tutti gli immobili di proprietà comunale, fitti a uffici, società, enti e di provvedere (entro i tempi previsti da contratto) all’adeguamento dove dovessero essere riscontrati valori troppo bassi e non più corrispondenti agli attuali valori di mercato.
In un dossier pubblicato il 23 Ottobre, Troncone si è rivolto direttamente a Fucito chiedendogli chiarezza in merito ai fitti passivi: attraverso la dettagliata scheda, denominata “Fitti passivi con valori anomali”, pare che il comune paghi affitti da capogiro per il mantenimento degli uffici pubblici, pur riscuotendo – al contrario – cifre piuttosto basse per affittare i propri immobili sul territorio cittadino. Uffici pubblici il cui affitto spesso è pagato a caro prezzo, nonostante il valore di mercato non giustifichi la somma versata. Ecco alcuni dei dati riportati:
- Per la sede della Circoscrizione di Poggioreale (550 m.q.), fittata ad una congregazione religiosa, si paga un fitto pari a circa sei volte il valore di mercato, ovvero 19.964 euro al mese, contro una stima comparativa con i valori massimi dell’Agenzia delle Entrate che dò un valore di circa 3.100 euro al mese.
- Si paga il doppio anche per la sede delle Polizia Municipale di Via Raimondi (2.300 m.q.): 27.965 di euro al mese contro una stima comparativa con i valori massimi dell’Agenzia delle Entrate di circa 13.340 euro al mese.
- Si paga il doppio sugli appartamenti della Polizia Amministrativa di Via Oronzo Massa (1030 m.q.), fittati ad una società immobiliare napoletana al costo 22.594 euro al mese contro una stima comparativa con i valori massimi dell’Agenzia delle Entrate di 11.854 euro al mese.
In tale scheda, inoltre, sono riportati altri dieci casi immobili dove è possibile riscontrare valori superiori a quelli di mercato, per un totale di di 194.000 euro mensili e dove non dovrebbero pagarsi più di 109.000 euro al mese.
E’ il caso dell’ufficio fantasma che, come denunciato anche da un’inchiesta de “Il Mattino”, risulta inutilizzato da circa due anni e costa al comune 17mila euro al mese, per ospitare la IV Municipalità: il sito, di proprietà di una congregazione religiosa, dovrebbe costare circa 3100 euro al mese. Ma allora perchè pagare di più? Pare che l’ufficio necessiti di lavori di manutenzione e, in quanto tale, non possa essere restituito al proprietario prima di averne ripristinato lo stato originario, quello in cui si è trovato l’immobile. Finchè non saranno effettuati i lavori di ripristino, insomma, l’affitto stellare continuerà a pesare sulle casse comunali.
La polemica con Fucito è subito esplosa, ed “Il Mattino” è stato il mezzo a cui si è affidato l’assessore per replicare agli inviti di ridurre i fitti suggeriti da Troncone: provocazione lanciata dall’assessore, secondo cui “Troncone ha preso un elenco, così è facile”, accusando il consigliere di non aver presentato “nessuna proposta alternativa” per risolvere il problema dei fitti passivi. Il Consigliere, però, non ci sta a veder smentito il suo lavoro e risponde così: “Mi pare quasi offensivo non riconoscere che non è stato semplicemente preso un elenco – ha scritto in una nota Troncone – ma sono state effettuate 108 valutazioni immobiliari, con un impegno notevole da parte mia e senza, ahimè, l’aiuto di alcun ufficio comunale. Sono stati necessari decine di sopralluoghi, come sa bene qualsiasi persona competente della materia, al fine di constatare personalmente la situazione, per poi procedere con le valutazioni immobiliari fatte attraverso la comparazione con i valori dell’Agenzia delle Entrate” . L’assessore Fucito ha, inoltre, contestato la scelta del consigliere Troncone di rendere pubblica la propria inchiesta prima che fosse presa in esame dall’amministrazione. Anche in questo caso è arrivata, rapida, la replica: “spero solo di aumentare le possibilità di avere una risposta, dal momento che le interrogazioni inviate in questa mia prima fase di consiliatura ai vari assessori spesso non hanno avuto nessun esito”. All’ultima accusa mossa da Fucito, secondo la quale non si è presentata nessuna proposta alternativa per risolvere il problema fitti passivi, il consigliere Troncone risponde come un fiume in piena: “Posso rimediare immediatamente: ho scoperto che in adiacenza alla IV Municipalità dove paghiamo questo esorbitante fitto passivo c’è una struttura di proprietà del Comune di Napoli. Un bene che fu acquistato circa dieci anni fa (al valore di almeno 1 mln 600mila euro) che però già all’epoca era occupato abusivamente. Perché non prendere in considerazione la possibilità di lasciare il fitto passivo in favore dell’adeguamento di un immobile di proprietà?”. Poi aggiunge: “Lo stesso discorso si può fare per l’ufficio anti-abusivismo e condono, attualmente dislocato in due sedi: una a via Oronzo Massa dove paghiamo un fitto passivo, l’altra a Ponticelli, in un immobile di proprietà del Comune che è sicuramente sovradimensionato in termini di spazio, come ho potuto constatare di persona durante un sopralluogo effettuato ieri: ci sono varie stanze vuote e una serie di ambienti che potrebbero essere utilizzati per accogliere gli uffici attualmente dislocati a via Oronzo Massa. Cosa che andrebbe anche a migliorare l’efficienza del servizio, visto che attualmente è un continuo via vai di carte tra la sede del centro e quella di Ponticelli”. Tutte possibili soluzioni che potrebbero assicurare al Comune un risparmio consistente.
Ad oggi, l’assessorato tace. Ma Troncone è intenzionato a portare avanti la sua battaglia, presentando in consiglio queste proposte. “Approfondirò – dichiara Troncone – le valutazioni già effettuate, studiando nei dettagli le volumetrie e gli spazi per cercare di fornire delle alternative concrete”.