di Gennaro Di Domenico
Lo scorso 23 Ottobre, la Russia rifiutò la procedura di arbitrato nel caso contro Greenpeace e gli attivisti della “Artic Sunrise” e annunciò la mancata partecipazione a qualsiasi processo dinanzi a un tribunale internazionale. Soltanto ventiquattr’ore dopo, la Russia ritirò l’accusa di pirateria a causa dei trenta convertendola nel reato di “teppismo”, che prevede circa sette anni di reclusione, una pena dimezzata rispetto a quella precedente di pirateria. In base all’udienza del 14 Ottobre, a seguito della violazione dell’articolo 227 del Codice penale russo, gli attivisti dovevano essere soggetti alla custodia russa fino al 24 di questo mese; ma il 19 Novembre, dopo sessantaquattro giorni di carcere, sono stati liberati sette attivisti a seguito della sentenza di scarcerazione su cauzione emessa dai giudici. Si tratta di Cristian D’Alessandro, dei tre russi Denis Siniakov, fotografo freelance, Andrei Allakhverdov, il portavoce di Greenpeace Russia, Ekaterina Zaspa, medico di bordo, del neozelandese David Haussmann e della brasiliana Ana Paula Maciel.
Particolare emozione per il padre del giovane napoletano, Aristide D’Alessandro: “Dopo due mesi terribili finalmente una gioia piena. Ora lo aspettiamo, ma non sappiamo ancora quando potrà tornare. Per il momento andrà in un hotel. Se resterà in Russia, andremo a trovarlo”. Soddisfazione anche per il ministro degli Esteri Emma Bonino: “La libertà provvisoria è già una cosa importante, ha funzionato la pressione diplomatica”.
Gli altri verdetti. Intanto continuano le udienze dei due tribunali distrettuali che stanno esaminando la richiesta del Comitato investigativo di prolungare la detenzione preventiva per altri tre mesi, fino al 24 febbraio, nei confronti degli Arctic 30. Negli ultimi giorni la corte russa ha deciso la scarcerazione su cauzione per altri venti attivisti. Il direttore esecutivo di Greenpeace Italia, Giuseppe Onufrio, ha espresso la propria soddisfazione per la liberazione dell’attivista italiano, ma ha ricordato come si potrà essere soddisfatti solo quando tutti gli attivisti saranno a casa: “Vedere finalmente Cristian uscire dal centro di detenzione è un’immagine di speranza. Siamo sollevati, ma non stiamo festeggiando, ora aspettiamo che tutti gli attivisti escano dal carcere”. L’australiano Colin Russell è l’unico degli attivisti a cui è stata prorogata di tre mesi la carcerazione preventiva; per tutti rimane in piedi l’accusa di vandalismo, per cui in Russia sono previsti fino a cinque anni di detenzione.
Alla luce degli ultimi sviluppi, Greenpeace, dal suo sito, ha lanciato una campagna attraverso cui è possibile scrivere una mail indirizzata all’ambasciata russa per liberare gli Arctic30 e fermare le trivellazioni nell’Artico.