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“L’arte della felicità”: la poesia malinconica di Napoli in un meraviglioso cartoon

locandinadi Marco Chiappetta

TRAMA: Durante le sue corse in giro per Napoli con il suo taxi, Sergio Cometa incontra diversi personaggi con storie diverse, e accresce la sua solitudine, la sua malinconia, il suo senso d’abbandono, ma forse riesce così ad analizzare se stesso, scoprire le diverse sfumature della felicità e ritrovare la figura del fratello Alfredo, con cui condivideva la passione e il talento per la musica, partito per il Nepal e mai più tornato, attraverso un viaggio nei ricordi e nei pensieri.
GIUDIZIO: Esordio cinematografico del fumettista Alessandro Rak, esemplare film d’animazione tutto napoletano, autentica ventata di originalità e poesia nel genere (almeno in Italia), si nutre degli ingredienti propri della napoletanità: semplicità, umiltà, ironia, malinconia, filosofia. Visionario, onirico, suggestivo, è, dietro la metafora di una corsa in taxi, un viaggio nella memoria e nell’anima che non segue una precisa direttiva narrativa, né tanto meno un’estetica perfetta: pertanto comunica e trasmette un mondo di sensazioni, puro flusso di coscienza, poetico, struggente talvolta, e un qualcosa di magico, cinematografico, che pur parlando di dolore, perdita, rimpianti, solitudini, sa trovare una sua strada di armonia, leggerezza e sì, felicità, volando alto con le ali della fantasia su una Napoli ora piovosa, ora notturna, ora apocalittica, ora sporca, solitaria e morente, ma più che mai una città che sa ispirare, oltre all’appucundria, un’energia positiva, vitale, chiamasi “speranza”, che supera tutto, anche la morte. La toccante colonna sonora di Antonio Fresa e Luigi Scialdone, forma con le immagini un amalgama di sicura emozione.
VOTO: 3,5/5