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Test universitari, date fissate in primavera. Tramonta il bonus maturità

Date-test-ammissione-alle-facoltàdi Francesco Cannone

In applicazione della legge n°264/1999 (“Norme in materia di accessi ai corsi universitari”), il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, ha stabilito, nella giornata del 27 Dicembre, le date dei test dei corsi di laurea ad accesso programmato. Nel 2014 i test saranno anticipati e si svolgeranno in primavera, fatta eccezione per le Professioni Sanitarie, che sono a numero programmato ma a livello locale, con test differenziati per ciascun ateneo. Questo il calendario ufficiale:

  • 8 Aprile 2014: Medicina e Chirurgia – Odontoiatria e Protesi Dentaria in lingua italiana;
  • 9 Aprile 2014: Medicina Veterinaria;
  • 10 Aprile 2014: Corsi di laurea e di laurea magistrale a ciclo unico, direttamente finalizzati alla professione di Architetto;
  • 29 Aprile 2013: Medicina e Chirurgia in lingua inglese;
  • 3 Settembre 2014: Professioni sanitarie.

Nelle prossime settimane saranno emanati i relativi decreti con la programmazione dei posti disponibili, le modalità e i contenuti dei test.

Sul piano giuridico, il numero chiuso può (ma ciò non vuol dire che debba necessariamente) esserci, è una scelta costituzionalmente legittima, almeno fino a quando la Corte costituzionale non muterà orientamento rispetto alla sentenza 383 del 1998. In quell’anno, infatti, fu affermata la compatibilità del numerus clausus con gli articoli 2, 3, 33, 34, 97 e 117 della Costituzione Italiana. Fu asserito che l’articolo 34.3, prevedendo il diritto di accesso dei “capaci e meritevoli” ai “gradi più alti degli studi”, legittima limitazioni del diritto di accesso fondate sulla preparazione degli aspiranti; che i criteri di accesso all’università non possono legittimamente risalire ad altre fonti diverse da quella legislativa, perché vanno inseriti nell’ambito delle decisioni pubbliche d’insieme che caratterizzano l’indirizzo politico generale dello Stato. A riguardo, fu aggiunto che sono le norme comunitarie a fissare, per gli Stati membri, precisi obblighi di risultato, indirettamente incidenti sull’organizzazione degli studi universitari e che per alcuni corsi universitari aventi particolari caratteristiche il numero chiuso è una misura possibile ed adeguata a garantire maggiore qualità d’insegnamento e apprendimento.
Imboccata la strada politica del numero programmato, tuttavia, sembra fondamentale che questa vada percorsa nel modo migliore in favore degli aspiranti studenti e del sistema Paese, incominciando dallo scegliere regole eque, definitive, che non vengano iniquamente cambiate come successo lo scorso anno.