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Fotograficamente parlando: raccontarsi attraverso le immagini. “Uomo e natura”, l’armonia degli elementi

tandf_34di Gabriella Valente

Immagini come parole. Oggi è quasi un obbligo comunicare attraverso le immagini il proprio quotidiano. Sono i mezzi di comunicazione, i social network e quant’altro a spingerci in questa direzione. Ma siamo certi che comunicare e comunicarsi sia possibile attraverso questo fiume di immagini che inonda le giornate e le vite di tutti? Attestare il nostro quotidiano per mezzo di immagini vuol dire davvero comunicare se stessi, le proprie emozioni ed impressioni? E se non è così, allora, cosa vuol dire davvero raccontarsi tramite le immagini?

L’intento di questa rubrica è stimolare a procedere con cautela, rispolverando le immagini degli autori che hanno fatto la storia della fotografia, tra le tante immagini scattate e cercare di offrirne una nuova visione, spingere lo spettatore a pensare alle fotografie non solo come testimoni del proprio quotidiano, ma come estrinsecazioni della propria emotività, e al fotografo non solo come colui che clicca un semplice pulsante, ma come una monade con una sua personale visione del mondo, che parte dal proprio vissuto emozionale.

Descrivere davvero se stessi e i soggetti fotografati, raccontarsi e raccontare davvero le proprie emozioni e quelle di chi è fotografato, è infatti un compito arduo.

Procederemo quindi analizzando alcuni temi fondamentali a partire dalle immagini di alcuni autori.

artwork-arnorafaelminkkinen3Il primo tema che affronteremo, e che inaugura la rubrica, è “Uomo e natura”. L’analisi verrà condotta tramite le suggestive immagini di Arno Rafael Minkkinen, fotografo finlandese classe 1945, e la nostra osservazione si legherà alla comprensione del vissuto emotivo dell’autore, partendo quindi dal suo personale rapporto con la natura.
Lo spettatore che osserva queste foto, non può non restare colpito dalla fusione perfetta di quel corpo con la natura circostante. Il corpo umano si appiattisce e diviene albero, ramo, corteccia. Quasi si mimetizza con la natura ed i suoi elementi. E in essi chi è fotografato si rifugia.

Seppur molti abbiano messo in evidenza il rapporto armonico e sereno dell’uomo con la natura che queste foto suggeriscono, è giusto che l’attenzione si soffermi anche su un nuovo elemento di riflessione che esse ci offrono: l’elemento del “nascondimento”. Non è semplice e banale armonia dell’uomo con l’elemento naturale quella che vediamo impressa in questi autoritratti.

Il fotografo, che in queste foto si ritrae, quasi si sottrae alla vista dello spettatore, mettendo in evidenza solo gli elementi del suo corpo che riescono ad entrare, tramite anche lo sforzo atletico, in perfetta consonanza con la natura. Annullarsi, scomparire nella natura per ritrovare la propria armonia: è questo che comunicano gli autoritratti, in apparenza così sereni, di Minkkinen. Il corpo si modella per poter essere tutt’uno con la natura stessa, per poter annullare ogni differenza.

MinkkinenselfMa da cosa deriva questo voler scomparire nella natura? Cosa spinge il fotografo a trovarvi rifugio? Sicuramente un dettaglio autobiografico può esserci di grande aiuto nella comprensione emotiva ed artistica del suo lavoro: fin da bambino l’autore ha sofferto di una deformazione facciale che compromette naso, bocca e labbra, conosciuta come labbro leporino. Questo suo difetto ha fatto in modo che la madre non lo accettasse, rifiutandosi persino di allattarlo.

Di qui probabilmente l’esigenza di ritrovare l’armonia del proprio corpo e della propria immagine tra le “braccia materne” della natura. L’armonia, la serenità e la consonanza con la natura che tutti riconoscono nelle immagini di Minkkinen, derivano da un vissuto emotivo più burrascoso di quanto si pensi. Sentire ciò che si guarda, vedere in una foto ciò che non è visibile, può divenire complicato quando si vive nell’era dell’assuefazione da immagine.

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